Il regista iraniano dissidente Mohammad Rasoulof, fuggito dall’Iran a maggio, si trova ora al Locarno Film Festival per presentare il suo ultimo lavoro, “Il seme del fico sacro”, che racconta la rivoluzione delle donne nel suo Paese. Il film si concentra su Iman, un giudice istruttore della Corte rivoluzionaria di Teheran, e sulla sua famiglia: la moglie Najmeh e le figlie Rezvan e Sana. Durante la Rivoluzione delle donne, Iman perde la sua pistola in casa e diventa sempre più paranoico e pericoloso verso la sua famiglia.Rasoulof spiega che il suo film non era inizialmente pensato come un’opera sulla rivoluzione delle donne, ma l’ispirazione è nata durante il periodo in cui era in prigione con altri registi dissidenti. L’intersezione tra le esperienze vissute in prigione e la conoscenza del sistema giudiziario iraniano ha dato vita alla sceneggiatura del film.Nonostante le difficoltà legate alla produzione clandestina in Iran, Rasoulof è riuscito a realizzare il suo progetto grazie alla collaborazione di una troupe coraggiosa e determinata. La tensione e la paura vissute durante le riprese hanno contribuito a rendere il film ancora più autentico ed emozionante.Alla luce della minaccia di una nuova condanna in patria, Rasoulof ha deciso di fuggire anziché tornare in prigione. Ringrazia tutti coloro che hanno lavorato con lui e lo hanno sostenuto nella realizzazione del film, dimostrando grande determinazione e passione per il proprio lavoro artistico.
“La fuga di Rasoulof: dal Locarno Film Festival il suo ultimo lavoro sulle donne iraniane”
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