“La gestione dei ‘casi sociali’ in ospedale: la sfida dell’estate per le strutture sanitarie a Torino”

Date:

10 agosto 2024 – 19:45

In molti ospedali, si riscontrano situazioni definite come “casi sociali”, una realtà che emerge con maggiore evidenza durante l’estate in alcuni presidi sanitari. Prendendo ad esempio l’ospedale delle Molinette, si registrano due o tre accessi al giorno nelle ultime settimane, con anziani non autosufficienti accompagnati dai propri familiari nei pronto soccorso. La complessa condizione di questi pazienti, caratterizzata da comorbilità e disturbi cognitivi, giustifica la necessità di un adeguato supporto e presa in carico, specialmente in caso di peggioramento.La questione diventa più critica al momento delle dimissioni, quando i familiari chiedono la possibilità di usufruire delle dimissioni protette a domicilio o in Residenze Sanitarie Assistite (Rsa), come previsto dalla deliberazione della giunta regionale. Questa disposizione permette il temporaneo trasferimento dei pazienti ultra 65enni non autosufficienti presso il loro domicilio con assistenza da parte del personale autorizzato delle Rsa o direttamente all’interno delle stesse strutture.Il ricovero in Rsa può durare fino a 30 giorni, estendibili a 60, con l’obiettivo finale di favorire il ritorno del paziente al proprio domicilio. Tuttavia, dal 31° giorno potrebbe essere richiesta una quota di compartecipazione del 50% della retta a carico dell’utente o del servizio sociale, salvo condizioni particolari che ne impediscano la dimissione.Questa misura mira principalmente a ridurre la pressione sugli ospedali regionali, offrendo alle famiglie degli anziani una soluzione temporanea per affrontare situazioni critiche durante l’estate. Le dimissioni protette possono essere richieste non solo dopo un ricovero ospedaliero ma anche in seguito a un accesso al pronto soccorso, considerando le difficoltà che le famiglie possono incontrare nel garantire un’adeguata assistenza ai propri cari.Questo fenomeno non riguarda solo le Molinette ma coinvolge anche altre realtà sanitarie come il Mauriziano e gli ospedali dell’Asl di Torino, inclusa la struttura di Rivoli dove si registra un aumento dei casi sociali. Tutti gli ospedali sono impegnati nella creazione di sinergie con le strutture territoriali per ridurre i disagi e garantire un supporto adeguato a chi ne ha bisogno.

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