08 novembre 2024 – 20:45
La giovane ragazza era determinata a non lasciare impuniti i ladri che avevano derubato suo padre durante una tranquilla giornata di shopping al supermercato di Moncalieri, Torino. Attivando la geolocalizzazione sullo smartphone rubato, si mise sulle tracce dei malviventi senza esitazione. Seguendo l’applicazione, la ragazza riuscì a individuare i due tossicodipendenti, difesi dall’avvocata Francesca D’Urzo, intenti a consumare crack all’interno di un’auto rubata poco distante dal luogo del furto.La giovane dimostrò abilità investigativa e coraggio, tanto da avvertire prontamente i carabinieri che giunsero sul posto. Il telefonino rubato fu identificato come il bottino del furto grazie all’icona di Padre Pio impostata dal devoto padre come salvaschermo. I ladri, confusi e sotto l’effetto della droga, furono immediatamente arrestati.In seguito alle indagini della procura, ai due tossicodipendenti venne contestato non solo il furto ma anche la ricettazione dell’auto rubata. Tuttavia, essi si difesero sostenendo di aver agito per procurarsi fondi per il crack e non per rivendere beni rubati. La loro confusione era tale da non accorgersi nemmeno che entrambe le scarpe trafugate erano destre.Quando la ragazza e suo padre raggiunsero il parcheggio dove i ladri si erano nascosti nell’auto rubata, videro lampeggiare il cellulare del padre attraverso il finestrino. L’icona luminosa di Padre Pio confermò al genitore che quel telefono era davvero il suo. I due malviventi furono quindi condotti nella casa circondariale Lorusso e Cutungo di Torino per rispondere delle proprie azioni criminali.