07 marzo 2025 – 22:45
La serenità e la compassione devono guidare le nostre parole, anche nei momenti più difficili. È il 14 aprile quando io e Tito varchiamo insieme la soglia del pre-ricovero, pronti ad affrontare un percorso che si rivelerà tragico. Saliamo al quinto piano con speranza e fiducia, ma il destino ci riserva un crudele colpo: Tito non farà più ritorno con me. Il 16 aprile del 2021 segna per sempre la fine della sua breve vita di soli dieci mesi, stroncata da un errore medico fatale nella sala operatoria dell’ospedale Regina Margherita. Quell’intervento che doveva liberarlo da un pezzetto di polmone in più si trasforma in una tragedia quando il chirurgo commette un grave errore recidendo l’aorta anziché un altro vaso sanguigno. Nessuno se ne accorge sul momento e Tito lotta coraggiosamente nella terapia intensiva, ma è troppo tardi. La mamma riceve la terribile notizia dopo sedici ore di angosciosa attesa.Quattro anni dopo quel tragico giorno, la mamma di Tito si presenta in tribunale per il terzo processo legato alla morte del suo piccolo angelo. Il chirurgo ha già patteggiato una condanna a due anni e ha abbandonato la sala operatoria per sempre. Il primario della chirurgia pediatrica è stato assolto in primo grado ma ora dovrà affrontare nuovamente il giudizio della Corte d’appello grazie al ricorso del pm Francesco La Rosa. Inizia anche il processo contro l’anestesista, accusato di non aver monitorato adeguatamente i segni vitali di Tito dopo l’errore chirurgico. Se avesse prestato maggiore attenzione e utilizzato più strumenti di controllo, forse il piccolo avrebbe avuto una possibilità in più.La difesa sostiene che tutto è stato eseguito secondo le norme vigenti, ma resta il dolore e la domanda senza risposta: avrebbe potuto essere evitata questa tragedia? La giustizia deve fare luce su quanto accaduto quella fatidica giornata, perché solo così si potrà rendere omaggio alla memoria di Tito e cercare di prevenire simili errori nel futuro.
