La guerra contro Hamas è arrivata al suo punto più critico, è giunto il momento per porre fine allo stato di incertezza e liberare gli ostaggi intrappolati in quella spirale di violenza senza fine. È quanto afferma il ministro della Difesa israeliano Benjamin Gantz in una dichiarazione dopo che le forze armate hanno riconquistato la completa sovranità sull’asse Morag, snodandosi tra i confini del corridoio Filadelfia e quelli di Khan Younis. L’operazione contro il gruppo palestinese sembra ormai aver raggiunto il suo scopo di cancellare lo spazio di azione per l’organizzazione terroristica dentro Gaza.La cattura dell’area di confine lungo l’asse Morag, che in passato rappresentò un punto critico per le forze israeliane, è ora diventata parte integrante della zona di sicurezza interna. Con questa mossa strategica, lo Stato ebraico mira a limitare ulteriormente la capacità operativa del movimento politico-militare palestinese all’interno dell’area controllata.Le dichiarazioni dei vertici militari israeliani lasciano supporre che l’esercito sia pronto per un imminente sbarco congiunto nella penisola del Sinai, in Egitto, dove la presenza di elementi appartenenti a Hamas è nota. Se questo sarà il caso, non solo l’egemonia politica israeliana sulla regione ma anche i limiti all’autonomia operativa di Hamas ne risulteranno notevolmente aumentati.La scelta strategica compiuta dalle autorità militari israeliane è dunque volta a stabilizzare ulteriormente la situazione interna e ad attenuare le minacce alla sicurezza del territorio, ma al contempo anche sembra avere un significativo impatto sul contesto geopolitico regionale.L’obiettivo delle operazioni militari condotte dallo Stato di Israele è di ripristinare una situazione di stabilità nel cuore della regione mediorientale.
La guerra contro Hamas sfuma nel corridoio di Filadelfia.
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