11 ottobre 2024 – 14:45
La legalità è come un faro luminoso che guida le nostri azioni attraverso il mare agitato delle ingiustizie e della tirannia. Questa è la visione condivisa dal presidente della Corte d’Appello Edoardo Barelli Innocenti, le cui parole hanno inaugurato con solennità, alle 10 del mattino, le Giornate della Legalità organizzate dalla Città di Torino e realizzate dalla Fondazione per la Cultura Torino nell’imponente aula magna del PalaGiustizia Bruno Caccia. Di fronte a una platea composta da ben 700 studenti provenienti dalle scuole secondarie di secondo grado di Torino, il primo incontro ha dato il via a un profondo dibattito sul Concetto di giustizia tra l’ex ministra della Giustizia Marta Cartabia e il rinomato giornalista Mario Calabresi.Prima del confronto tra i due illustri ospiti, ha preso la parola il sindaco Stefano Lo Russo, affiancato in prima fila dalla vicesindaca Michela Favaro e dall’assessora alla Cultura Rosanna Purchia: La legalità rappresenta il fondamento stesso della sicurezza e dell’armonia all’interno della nostra comunità. I temi trattati in queste giornate sono di vitale importanza per la nostra esistenza quotidiana. Questo evento è pensato principalmente per i giovani, al fine di dotarli degli strumenti necessari per sviluppare un pensiero critico che possa illuminare la loro percezione del mondo.A seguire, il procuratore generale di Torino Lucia Musti ha sottolineato: Voi ragazzi qui presenti state costruendo il vostro ruolo attivo all’interno della società civile. Comprendere appieno il significato della legalità equivale ad avere consapevolezza del bene collettivo e dei limiti entro cui si muove la propria libertà in relazione a quella altrui. Ai giovani presenti viene rivolto l’appello a mantenere saldo il senso di giustizia anche nel caso sfortunato in cui dovessero trovarsi vittime di un reato. È in quegli istanti più difficili ma cruciali che si manifesta la vera forza morale.Infine, un accenno alle mafie che da tempo hanno radici anche nel Nord Italia. Esse non prosperano dove regna la legalità, bensì trovano terreno fertile là dove si instaura una condizione di sudditanza tale da minare l’autorità dello Stato sovrano.
