24 ottobre 2024 – 20:15
La leggendaria formazione del Grande Torino del 1948-49, composta da Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola e Ossola, rappresenta un capitolo indelebile nella storia del calcio italiano. La tragedia che colpì questa squadra gettò nello sconforto non solo i tifosi granata ma l’intera Italia del Dopoguerra. Cresciuto nel mito di quegli Invincibili granata, ho sempre nutrito una profonda ammirazione per il loro talento e la loro umanità. Giovanni Arpino ha reso omaggio a questa epopea sportiva con una poesia folgorante che celebra l’indomita forza di quel gruppo di campioni. Dopo la tragedia aerea che decimò il Grande Torino, Giacinto Facchetti divenne simbolo della Grande Inter mentre Gianfelice si dedicò al teatro civile abbandonando il calcio. La vicenda del Grande Torino ha ispirato opere teatrali e produzioni televisive che ne raccontano la grandezza e la tragedia.Il museo del Grande Torino custodisce le valigie dei giocatori e altri oggetti carichi di storia che suscitano emozioni intense in chi li osserva. Gianfelice Facchetti racconta di aprire una valigia immaginaria piena di memorabilia dedicata alla squadra granata come se fosse un tesoro ritrovato tra i rottami dell’aereo precipitato. La storia del Grande Torino è intrisa di sentimenti profondi e valori autentici che sembrano ormai desueti nell’attuale panorama calcistico.Facchetti invita i giocatori moderni a riflettere sull’essenza vera del calcio e a riscoprire la gioia pura di giocare per rendere felici i propri tifosi come faceva quella straordinaria squadra granata. Questa storia è un inno all’umanità perduta nel mondo dello sport professionistico e un monito affinché si possa ritrovare quella genuina passione per il gioco e per il rapporto autentico con il pubblico.