La lotta contro la criminalità organizzata: un dovere morale e civile.

La lotta contro la criminalità organizzata è un dovere morale e civile che richiede di non concedere alcuna forma di visibilità o riconoscimento ai membri di organizzazioni come Cosa Nostra, responsabili di aver seminato terrore, bloccato lo sviluppo e causato sofferenza e morte sul territorio. È quanto afferma con fermezza Nicola Di Matteo, il cui fratellino Giuseppe fu vittima di un brutale omicidio nel 1993 per mano dei spietati Giovanni Brusca, Matteo Messina Denaro e Leoluca Bagarella. Il rapimento del piccolo Giuseppe aveva lo scopo crudele di costringere il padre Santino Di Matteo a ritrattare le sue collaborazioni con la giustizia. Manifestazioni come la presentazione di libri o interviste che danno voce a criminali come Brusca servono solamente a riaprire ferite ancora aperte in coloro che hanno perso i propri cari a causa di tali individui senza scrupoli. Nicola Di Matteo esprime con chiarezza il suo pensiero: è necessario relegare questi individui nell’oblio più totale, impedendo loro qualsiasi possibilità di riacquistare una parvenza di potere o influenza. Brusca non ha mai dimostrato sincerità nel suo pentimento per le atrocità commesse durante quegli anni bui, pertanto offrirgli una piattaforma pubblica rappresenta un grave errore che rischia solo di infliggere ulteriore dolore a chi ha già tanto sofferto. La memoria delle vittime deve essere onorata con dignità e rispetto, senza concedere spazio alle voci degli aguzzini che hanno segnato indelebilmente la storia con le loro azioni malvagie.