“La lotta contro l’omofobia: il messaggio di Teresa Manes”

Il 24 mattina ad “Alice nella città” si è verificato un evento significativo che riflette i tempi contemporanei. Durante la proiezione del film Il Ragazzo Dai Pantaloni Rosa, un gruppo di studenti, accompagnati alla visione, ha disturbato l’atmosfera lanciando insulti pesanti come proiettili dalle loro poltrone. Questi gesti crudeli hanno colpito il figlio di Teresa Manes con frasi offensive come *Froxio, *Ma quando s’ammaxxa, *Gay di mxxxa, lasciando cicatrici profonde che persistono anche dopo dodici anni e persino dopo la sua tragica morte.Teresa Manes, la coraggiosa madre di Andrea Spezzacatena vittima di bullismo e cyberbullismo, ha dedicato la sua vita a sensibilizzare sul potere delle parole e sull’importanza dell’empatia. Ha espresso la sua delusione nel constatare quanto poco sia stato fatto per preservare la memoria del figlio e per educare le nuove generazioni all’accettazione e al rispetto reciproco. Invita coloro che negano l’omofobia a riflettere su quanto accaduto e a modificare i propri comportamenti.La rabbia non appartiene a Teresa Manes; preferisce invece trasformare il dolore in azione positiva. Sottolinea l’importanza degli adulti nel fornire un esempio positivo ai giovani e nel contrastare l’indifferenza che alimenta atti violenti come quelli subiti da suo figlio. Riconosce che il bisogno di appartenenza può spingere gli adolescenti a compiere azioni negative ma sottolinea che l’adulto presente in quel contesto educativo ha fallito nel gestire la situazione adeguatamente.Il film, diretto da Margherita Ferri e interpretato da Claudia Pandolfi, Samuele Carrino (nel ruolo di Andrea), Andrea Arru e Sara Ciocca, affronta tematiche importanti sulla diversità e sull’accettazione nell’ambiente scolastico. La storia di Andrea Spezzacatena continua a essere un monito contro l’intolleranza e un invito alla riflessione su come ognuno possa contribuire a creare un mondo più inclusivo e rispettoso delle differenze.