11 dicembre 2024 – 13:15
Dopo più di 30 anni, l’eco di Tangentopoli continua a risuonare nel tessuto della società italiana, riportando alla luce i fantasmi che hanno segnato la fine della Prima Repubblica. La cerimonia funebre dell’ex sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri ha rappresentato un’occasione per riflettere sul passato e per chiedere conto di vicende ancora aperte. Figura legata a Bettino Craxi e simbolo di un’epoca ormai tramontata, Pillitteri è stato il protagonista di una vita contraddistinta da successi politici e da vicende giudiziarie oscure. Tra garofani rossi e bandiere del Partito Socialista Italiano, parenti e amici hanno ricordato un uomo dal sorriso contagioso e dalla passione per il cinema e la politica, ma anche vittima della gogna mediatica e delle accuse di ricettazione.Durante la cerimonia funebre, la figlia Maria Vittoria ha ripercorso il dolore vissuto durante gli anni bui del processo giudiziario che ha coinvolto suo padre, sottolineando la forza d’animo con cui è riuscito a risollevarsi dalle accuse e a reinventarsi. Il ricordo di Pillitteri si intreccia con il rimpianto per una vicenda personale diventata parte della storia collettiva, mentre la sorella Stefania Craxi esprime rabbia per il trattamento subito dallo zio da parte della magistratura, che gli ha impedito persino di partecipare ai funerali di Bettino Craxi in Tunisia.A distanza di trent’anni, sembra essere maturato il momento per dedicare un luogo pubblico alla memoria non solo di Pillitteri ma anche del controverso leader socialista Bettino Craxi, come proposto dal figlio Bobo. È giusto rendere omaggio a coloro che hanno servito la patria e la propria città con impegno e dedizione. Tuttavia, le decisioni su come onorare tali figure rimangono ancora aperte: se Sala aveva ricevuto tempo fa la proposta di dedicare uno spazio alla memoria dei protagonisti del passato politico italiano, ha preferito organizzare un dibattito anziché optare per una targa commemorativa.
