La mia vita: tre cose eternamente nei miei pensieri.

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Sono arrivata al crocevia della vita, dove l’autunno è stato amico fedele per quasi un secolo, e posso guardare indietro con gli occhi di chi sa che la storia del mio teatro è scritta in pagine dorate. Tante memorie mi si affollano nella mente, come le opere teatrali sparse nelle sue stanze, ognuna un’emozione, un sogno, un pezzo della mia anima. Eppure, sono solo tre le cose che vorrei ricordare per sempre, due che potrebbero anche essere considerate stesse.La prima è l’amore per la parola detta alta e forte sul palcoscenico. Ho creduto in questo mondo con l’istinto di un bambino e il cuore di una donna matura; ci ho messo il mio corpo e la mia anima, a volte in modo folle e insano ma sempre onesto e sincero. Il teatro non è solo arte, è una questione di vita o di morte. Sono stata fortunata ad averlo scoperto tardi, quando ormai la vita aveva cominciato a rendermi prudente, a inseguirmi i ricordi dei tempi d’oro, quando ogni sera era un’avventura e ogni ruolo una sfida. La seconda cosa è l’amicizia con quanti hanno scelto di rimanere vicini a me anche dopo tutti questi anni. Ci sono tanti Ronconi, Testori e altri grandi maestri del nostro teatro che mi hanno seguita senza mai stancarsi, spesso nonostante le difficoltà e le ingratezze di un artista con il suo pubblico. Sono rimasti fedeli a me come io lo sono stata al mio sogno, anche quando la vita diventava difficile o mi costringeva a scegliere tra i miei affetti e la mia arte. Nonostante le numerose battaglie per sopravvivere, siamo riusciti a restare uniti come un grande famiglia, sostenendoci sempre con un sorriso e un bacio.La terza cosa che vorrei ricordare fino all’ultimo respiro è la libertà di vivere il mio teatro in ogni momento della mia vita. Il più delle volte siamo costretti a pensare al nostro lavoro solo dal mattino alla sera, ma io ho sempre cercato di stare dentro la mia arte anche quando la lampada del palco non era accesa e i miei attori erano tornati a casa. Mi sono portata la mia musa ovunque io fossi andata o fossi stata: nei momenti di gioia o di dolore, in ogni scena della mia vita.Ecco! Sono arrivata a un’età che può permettermi di dire “vecchi” senza sentirsi diminuiti. Non so se sia giusto pensare che essere vecchi significhi esser stati sulla Terra per così tanto tempo, ma so di averlo vissuto al massimo delle mie possibilità. È bello non doverci più pensarci, lasciar andare quelle responsabilità che a volte ci tengono in pugno, concederci di poter stare un po’ zitti senza essere creduti bugiardi. Nonostante i mille ricordi e le tante storie da raccontare, sento che è il momento giusto per guardarmi intorno con gli occhi di una persona che non ha più paura del domani.

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