Il report “Trattenuti 2024. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” redatto da ActionAid e dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari rivela dati preoccupanti riguardanti i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr). Nel corso degli anni dal 2014 al 2023, solo il 10% delle persone con un provvedimento di espulsione è stato effettivamente rimpatriato, pari a 2.987 individui su un totale di 28.347. Questo dato si inserisce in un contesto più ampio in cui il numero complessivo dei rimpatri ammonta a 4.267, includendo anche gli stranieri rimpatriati alle frontiere, negli aeroporti o direttamente dalle Questure.Il rapporto mette in luce la problematica dell’invisibilità degli spazi all’interno dei Cpr e denuncia una politica fallimentare che ha caratterizzato l’operato di tali strutture nel corso degli anni. La mancata efficacia nel garantire un effettivo rimpatrio delle persone sottoposte a provvedimenti di espulsione evidenzia la necessità di una revisione profonda del sistema detentivo per stranieri.Le criticità emerse dal report pongono l’accento sull’urgenza di adottare misure volte a garantire il rispetto dei diritti umani e la dignità delle persone coinvolte in procedure di espulsione. È fondamentale promuovere politiche migratorie basate sulla solidarietà e sull’integrazione, al fine di superare le inefficienze e le violazioni che attualmente caratterizzano il sistema di detenzione per il rimpatrio.La riflessione sulle dinamiche emerse da questo studio invita a una profonda riflessione sulle modalità con cui viene affrontata la questione migratoria e sull’importanza di promuovere approcci inclusivi e rispettosi della dignità umana. Solo attraverso un impegno congiunto tra istituzioni, società civile e comunità internazionale sarà possibile costruire soluzioni sostenibili ed eticamente responsabili per gestire i flussi migratori nel rispetto dei diritti fondamentali di ogni individuo.
“La necessità di politiche migratorie solidali e inclusive”
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