28 dicembre 2024 – 11:45
Le cifre non mentono: solo il 24% delle posizioni di potere è occupato da donne, con esempi lampanti come l’Arpa e le tre Atc piemontesi dove i ruoli di responsabilità sono esclusivamente maschili. Le opposizioni, rappresentate da Daniele Valle del Pd, presentano proposte di legge per garantire una presenza minima femminile, mentre M5S e Avs denunciano la mancanza di azioni concrete a favore della parità di genere, considerando che ci siano 731 uomini candidati contro 221 donne. Il presidente del Consiglio Davide Nicco difende il processo di selezione, sostenendo che la bassa presenza femminile sia dovuta alla natura delle candidature e alle scelte lavorative delle donne, ritenendo le quote rosa un’imposizione ideologica. Le polemiche si fanno sempre più accese, con richieste di interventi normativi più incisivi per correggere lo squilibrio nei futuri processi di nomina. Analizzando le partecipazioni più rilevanti, dove per legge il genere meno rappresentato deve avere almeno un terzo dei posti, vediamo che il Csi sarà guidato dall’ex dirigente dell’Atc Emilio Bolla e Camilla Gracis da Finpiemonte; all’Istituto di ricerche economiche e sociali Ires arrivano l’ex dirigente dell’Edisu Alessandro Sciretti, i candidati Giulio Fornero del Pd e Giorgio Merlo della lista Cirio, l’avvocato Alberto Villarboito e Anna Merlin già presente in Afc; all’Ente di studio universitario Federico Mazzaron, Michelangelo Toma e Roberta Piano come presidente. Numeri che riflettono quelli della legislatura precedente citati dal dem Daniele Valle: su 194 nomine erano stati scelti 148 uomini e 46 donne. Questo è il motivo per cui il consigliere dell’opposizione rilancia la sua proposta di legge attualmente bloccata nelle stanze del Palazzo Lascaris, che chiede che negli enti dove vengono nominate più persone almeno un terzo siano donne; se viene selezionata una sola persona, il terzo deve essere calcolato in base all’anno solare.