La Procura di Monza ha sollecitamente avviato un’indagine per accertare eventuali responsabilità terze in merito al tragico evento che ha visto la scomparsa di Davide Garufo, un giovane tiktokker di 21 anni che si è tolto la vita nella propria abitazione il 19 marzo scorso a Sesto San Giovanni.L’inchiesta, condotta con massima urgenza dal procuratore Claudio Gittardi, verte su due specifici capi d’imputazione: l’omessa custodia di arma da fuoco e l’istigazione al suicidio. Secondo quanto emerso dalle indagini, non vi sono collegamenti tra i messaggi pubblicati dal giovane sui social media e la sua esperienza personale di transizione di genere.Le indagini condotte dalla Procura hanno permesso di ricostruire gli ultimi eventi della vita di Davide Garufo. Gli inquirenti hanno rilevato che, in un momento di profonda crisi emotiva e psicologica, il giovane aveva ricevuto visite non autorizzate da terzi nella propria abitazione.L’analisi degli accadimenti mostra come l’incontro con queste persone sia stato occasione per ulteriori stimoli al suicidio. Il contenuto dei messaggi pubblicati sui social da parte di Davide era finalizzato a far comprendere il suo percorso di crescita e adottare una consapevolezza sulla propria identità.Secondo le indagini, i contenuti del giovane erano lontani da qualsiasi forma di istigazione al suicidio. È stato inoltre possibile ricostruire un quadro dettagliato delle relazioni interpersonali di Davide e dei possibili abusi subiti a causa delle dinamiche con queste persone.Le indagini si sono concentrate sull’individuazione degli eventuali soggetti responsabili dell’istigazione al suicidio, in quanto è emerso che alcuni elementi abbiano incoraggiato Davide nelle ultime ore della sua vita. Gli investigatori hanno valutato attentamente il contenuto dei messaggi pubblicati dal giovane sui social e hanno confermato la mancanza di collegamenti con l’esperienza personale di transizione di genere.La Procura sta conducendo un’indagine approfondita, per accertare le responsabilità in merito alle ultime ore della vita del giovane. È emerso che il suicidio non sia stato una decisione isolata e spontanea di Davide ma piuttosto un episodio tragico causato da una serie complessiva di fattori.Gli inquirenti hanno acquisito elementi importanti sulle relazioni interpersonali del giovane e sulla situazione emotiva e psicologica in cui si trovava al momento della morte. La Procura sta lavorando a stretto contatto con le forze dell’ordine per garantire un’accusa efficace e giusta nel processo.L’intento delle indagini è quello di dare risposta ai familiari del giovane, che hanno espresso profonda rabbia per il mancato supporto da parte degli enti pubblici. È emerso infatti che gli stessi non siano stati in grado di attivare servizi idonei e tempestivi per tutelare la salute mentale del giovane.La Procura ha sollecitamente acquisito elementi importanti su eventuali forme di responsabilità in capo a coloro che si sono recati a trovarlo. Gli inquirenti stanno condotto approfondimenti ulteriori per confermare o escludere le indagini già avviate.È stato messo sotto accusa un professionista sanitario che aveva trattato il giovane, per omissione di soccorso e violazione delle norme igieniche. La Procura sta conducendo indagini approfondite in merito alle responsabilità dei soggetti coinvolti nella vicenda.L’intento della Procura è quello di garantire un’accusa giusta e idonea per tutti i soggetti coinvolti, al fine di assicurare la risposta adeguata ai familiari del giovane.
La Procura di Monza indaga su responsabilità terze nella morte del TikToker Davide Garufo, 21 anni
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