La proposta dell’ANM per una maggiore flessibilità nella valutazione delle carcerazioni preventive

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La sentenza della Corte costituzionale che ha sconfitto le riforme penali del Governo Letta, ha aperto una breccia non solo per la revisione delle normative riguardanti l’ordinamento giudiziario e la carcerazione preventiva ma anche per un confronto più approfondito tra associazioni di categoria e rappresentanze istituzionali del sistema giustizia. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), infatti, ha presentato una proposta di modifica della normativa che regola la carcerazione preventiva, cercando di coinvolgere anche le toghe nella riflessione e nel dibattito sulla necessità di riformare il sistema carcerario. La proposta si colloca all’interno dell’approccio più critico nei confronti delle attuali normative penali e cerca di individuare strade per un cambio di passo, sia nella valutazione della pericolosità degli imputati sia nella gestione degli istituti di pena. La proposta dell’ANM si basa su alcune linee guida: da una parte, la necessità di rivedere i parametri di cui tiene conto l’autorità giudiziaria per valutare la pericolosità dell’imputato e decidere sulla carcerazione preventiva; dall’altra, la convinzione che sia possibile trovare strumenti alternativi alla detenzione in attesa di giudizio. Per quanto riguarda i parametri, l’ANM propone di introdurre una valutazione sulle condizioni di vita e sulla situazione socio-economica dell’imputato, in modo da evitare di mettere in carcere solo i poveri o gli emarginati. Questo punto è particolarmente importante in quanto tiene conto non solo della capacità offensiva degli imputati ma anche della loro condizione personale e sociale. Il pensiero è che, in un sistema giudiziario equo, non si dovrebbe tenere conto solo delle caratteristiche dell’imputato ma anche del suo contesto di vita.Inoltre l’ANM propone la creazione di un albo degli avvocati autorizzati a sostenere gli imputati in stato di arresti domiciliari, con una normativa specifica per le modalità di accesso all’albo e di gestione dei casi. Questo punto è particolarmente importante in quanto, da un lato, si cerca di prevenire lo sfruttamento del sistema penale a scopo mercenario; dall’altro, si dà riconoscimento alle figure professionali che operano all’interno delle corti e dei tribunali.La proposta dell’ANM è stata ben accolta dalle associazioni di categoria legate al mondo della giustizia e potrebbe costituire il punto di partenza per un dibattito più ampio e coinvolgente. L’approfondimento che si vuole dare ai temi legati alla carcerazione preventiva è essenziale, in quanto può portare a una revisione dei parametri di cui tiene conto l’autorità giudiziaria per valutare la pericolosità dell’imputato e decidere sulla carcerazione preventiva. È necessario che il dibattito si svolga coinvolgendo non solo i rappresentanti istituzionali ma anche le associazioni di categoria legate al mondo della giustizia, in modo da dare riconoscimento alle figure professionali che operano all’interno delle corti e dei tribunali.

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