09 ottobre 2024 – 10:45
A Palazzo Nuovo, il simbolo di una resistenza che non si spegne, le pareti intonse sono state trasformate in un caleidoscopio di colori e messaggi di solidarietà. In poco più di tre mesi, la lotta per la Palestina ha riempito gli spazi vuoti con le scritte “Free Gaza”, i pugni dipinti e le bandiere che sventolano fieramente. Un’ondata di attivismo ha invaso l’Università di Torino, con oltre mille persone che hanno ignorato il divieto della questura per rivendicare il loro diritto a uno spazio che sentono proprio. Gli attivisti pro Palestina hanno rioccupato un’aula, annunciando con fermezza e determinazione la loro volontà di non arrendersi. Il rettore Stefano Geuna ha dovuto fare i conti con i danni economici causati dall’occupazione passata, ma per i manifestanti questa è solo una piccola battaglia in un conflitto più ampio.Le Facoltà umanistiche sono state trasformate in un palcoscenico di protesta: graffiti, murales e disegni decorano ogni angolo dell’università, testimoniando la passione e la determinazione dei giovani attivisti. L’anniversario dell’attacco di Hamas a Israele è stato celebrato con nuove manifestazioni per le strade della città, ribadendo che la lotta continua senza sosta. All’interno dell’ateneo, l’Intifada studentesca si fa sentire con forza: gli slogan risuonano nelle aule occupate, mentre gli studenti si riuniscono per discutere e rilanciare le proprie richieste.Nonostante la repressione delle istituzioni e il silenzio del governo, gli attivisti non si arrendono. La sorveglianza è aumentata all’interno dell’università, ma questo non fa altro che alimentare la determinazione dei manifestanti a far sentire la propria voce. Contro un sistema che cerca di zittirli e reprimere ogni forma di dissenso, essi rispondono con ancora più vigore e determinazione. La lotta per la Palestina, per il Libano e per tutti i popoli oppressi continua indomita, come una fiamma che non si spegne mai.
