La Corte penale internazionale (Cpi) si fonda sull’impegno degli Stati per l’esecuzione delle sue decisioni, non solo come obbligo giuridico in virtù dello Statuto di Roma, ma anche come responsabilità verso gli altri Stati membri. Ciò è fondamentale per preservare la credibilità e il prestigio della Corte stessa. Tuttavia, alcuni Stati potrebbero nutrire dubbi o preoccupazioni sulla cooperazione con la Cpi, ma tale posizione non autorizza un’interpretazione individuale delle decisioni della Corte.Secondo fonti ufficiali, se uno Stato dovesse manifestare tali dubbi o perplessità in merito alla collaborazione con l’autorità giudiziaria penale internazionale, potrebbe avere la possibilità di intrattenere un dialogo tempestivo e proficuo con essa. Ciò è previsto dallo Statuto di Roma, che prevede anche procedure formali per dirimere qualsiasi controversia relativa alle funzioni giudiziarie della Corte.In questo contesto, non spetta ai singoli Stati valutare unilateralmente la legittimità o la validità delle decisioni della Cpi. Le controversie che possano sorgere devono essere risolte a norma dello Statuto di Roma, il quale stabilisce che ogni contenzioso concernente le funzioni giurisdizionali della Corte debba essere affrontato direttamente con l’autorità stessa.Inoltre, la visita in Ungheria del premier israeliano Benyamin Netanyahu, attesa mercoledì da Viktor Orban nonostante il mandato d’arresto internazionale a carico di quest’ultimo, è stata oggetto di dibattito. Nonostante l’impegno degli Stati per eseguire le decisioni della Corte, la sua funzione non si limita alle sanzioni in caso di mancata esecuzione delle sentenze emesse.La responsabilità degli Stati nei confronti della Cpi è duplice: da un lato risiede nella loro obbligazione giuridica derivante dallo Statuto di Roma, dall’altro nella funzione istituzionale che hanno nel garantire l’autorità e la credibilità della Corte penale internazionale.La cooperazione degli Stati con la Cpi è quindi fondamentale per preservare l’integrità delle sue decisioni. Le procedure di consultazione tempestiva ed efficace tra lo Stato e la Corte sono state evidenziate come strumento necessario nella risoluzione di qualsiasi controversia potesse insorgere.In conclusione, il mandato della Cpi si fonda sullo sforzo concertato degli Stati per eseguire le sue decisioni. La loro responsabilità verso la Corte non si limita all’obbligo giuridico derivante dallo Statuto di Roma, ma coinvolge anche un impegno istituzionale per preservare l’autorità e la credibilità della Corte penale internazionale.
La responsabilità degli stati verso la Cpi non si limita all’obbligo giuridico dello statuto di Roma
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