Gaza è nel caos. La rabbia dei suoi abitanti sale alla ribalta con manifestazioni ininterrotte da settimane, mentre la città è teatro di una crisi politica profonda. Un’ondata di disperazione e indignazione si fa strada tra le file degli stessi partigiani che fino a poco tempo fa sostenevano Hamas, l’organizzazione politico-militare che da oltre un decennio regge la Striscia di Gaza.”Il popolo ha bisogno di pace”, recita uno dei cartelli appesi ai muri di Jabalia, il campo profughi più grande della città. E infatti è proprio per chiedere l’interruzione del conflitto tra Israele e Gaza che centinaia di persone hanno deciso di uscire in strada. La loro richiesta è chiara: “Fine della guerra”, urlano con unanime voce di protesta.La manifestazione, che ha ripreso vigore ieri dopo un breve periodo di sospensione, non si ferma a chiedere semplicemente la fine delle ostilità tra Israele e la Striscia. È infatti una vera e propria espressione della disillusione dei palestinesi nei confronti dell’attuale governo. Un movimento di base che ha già portato alcuni esempi eclatanti: scontri armati tra i partigiani stessi per il controllo dei posti di blocco, l’eruzione spontanea di proteste contro le autorità locali.Su Instagram, Telegram e Facebook, i manifestanti hanno cominciato a condividere video mozzafiato: immagini che mostrano gruppi di persone inseguiti dagli agenti della sicurezza per strada. Questo è l’attuale clima della Striscia, dove il terrore della polizia di Hamas e dei suoi servizi segreti è ancora più forte dell’apprensione delle bombe israeliane.Ecco perché molti tra coloro che sono stati costretti a scendere in strada lo fanno con una certa riluttanza. Non hanno la voglia di essere identificati, arrestati e torturati dalle forze di sicurezza dei loro stessi “liberatori”. Ecco perché si nascondono il viso con la kufiya o addirittura coprono i volti per non essere individuati.
La rivolta nella Striscia: manifestazioni e disillusione contro Hamas
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