17 dicembre 2024 – 22:55
Zamalka, un luogo segnato dalla violenza e dall’ingiustizia perpetrata dal regime di Assad. Le testimonianze degli abitanti raccontano di una missione sconvolgente condotta dagli agenti di sicurezza del vecchio regime, che hanno profanato le tombe comuni per cercare tracce dell’orrendo attacco con gas sarin avvenuto nel 2013. Questo gesto disumano dimostra la disperata volontà di nascondere i crimini commessi contro il popolo siriano.La famiglia Assad, da lungo tempo al potere in Siria, ha sempre tentato di occultare le proprie malefatte e negare qualsiasi responsabilità. Bashar Assad si rifiuta categoricamente di ammettere qualsiasi violazione dei diritti umani da parte del suo esercito durante la guerra civile che ha insanguinato il Paese per anni. Le prove delle atrocità commesse sono evidenti: dalle fosse comuni nascoste nel deserto alle testimonianze di chi ha subito torture e arresti arbitrali.Il padre di Bashar, Hafez Assad, non era da meno in termini di brutalità: la rivolta dei Fratelli Musulmani a Hama nel 1982 fu soffocata nel sangue con un massacro che causò decine di migliaia di vittime innocenti. Questo retaggio di violenza è stato ereditato dal figlio Bashar, che ha perpetuato un sistema repressivo spietato per reprimere ogni forma di opposizione al regime.I bombardamenti chimici contro la popolazione civile, gli arresti arbitrari e le sparizioni sono solo alcune delle pratiche brutali messe in atto dal regime per mantenere il controllo sul Paese. La macchina della morte del regime si è macchiata di innumerevoli crimini contro l’umanità, senza che nessuno dei responsabili sia mai stato chiamato a rispondere davanti alla giustizia internazionale.L’accumulo indebito di ricchezza e potere da parte della famiglia Assad è stato possibile grazie alla repressione sistematica del popolo siriano e alla complicità degli apparati governativi corrotti. È giunto il momento che la comunità internazionale agisca con fermezza per porre fine a questa spirale di violenza e garantire giustizia alle vittime innocenti della barbarie perpetrata dal regime siriano.
