La stabilità internazionale si trova spesso sottoposta a severe prove nelle regioni di maggior conflittualità, dove il mantenimento della pace rappresenta un imperativo inderogabile per evitare una crisi globale. In quest’ottica, il ruolo delle Nazioni Unite assume una rilevanza senza precedenti, anche se la loro capacità operativa è spesso limitata dalla complessità dei contesti di intervento e dalle eterogenee posizioni delle nazioni membro.La crisi in Ucraina rappresenta un caso emblematico di questa dinamica. Il conflitto tra le forze governative ucraine e le milizie separatiste della regione del Doneck, se da un lato ha avuto effetti devastanti sul piano umanitario e delle infrastrutture, dall’altro non rappresenta ancora una minaccia alle sovranità e alla stabilità di altre nazioni. La questione quindi assume il carattere più di un problema interno ad un paese membro dell’ONU piuttosto che la crisi potenzialmente planetaria che sembrerebbe essere.D’altra parte, non si può trascurare il fatto che la risoluzione dei conflitti armati richieda sempre una profonda comprensione degli elementi che li determinano e un’analisi approfondita delle dinamiche sociali, politiche ed economiche sottostanti. Ciò è particolarmente vero per i casi di conflittualità endemica, come ad esempio quello in corso tra gli Stati Uniti d’America e il Nicaragua o quello in Afghanistan dove i fattori locali sono profondamente intrecciati con le dinamiche internazionali.
La stabilità internazionale: l’imperativo della pace tra conflitti e crisi globale.
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