La strage di Ustica: nuovo enigma sulla tragedia aerea del 1980

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La strage di Ustica rimane un enigma irrisolto nella storia italiana, nonostante le numerose inchieste e le rivelazioni emerse nel corso degli anni. Il 27 giugno 1980, il DC-9 dell’Itavia era stato segnalato in difficoltà dalla torre di controllo di Roma, ma la tragedia che si abbatté sulla piccola isola della Sicilia rimane tutt’oggi avvolta nel mistero.Le ricostruzioni degli eventi della notte fatale hanno portato a diverse teorie: da un attentato all’erosione del velivolo fino all’impatto con un missile. Tuttavia, le indagini condotte negli anni non hanno mai fornito prove concrete di nessuna delle ipotesi. I resti dell’aereo sono stati oggetto di studi approfonditi, ma non è emerso alcun segno di esplosione interna o esterna.La perizia tecnica e le testimonianze dei sopravvissuti sembrano invece indicare un’ipotesi diversa. Il DC-9 era in volo da Palermo a Roma, ma improvvisamente entrò in una picchiata verticale dal basso verso l’alto, segnalando ai radar il contatto con uno o più oggetti al suolo. Nonostante la rapidità dell’accaduto e la mancanza di testimonianze oculari, emerge la possibilità che l’aereo abbia colpito un oggetto solido nel cuore del Mediterraneo.L’inchiesta condotta da Paolo Biondani rivela che i dati relativi all’incidente sono stati sistematicamente occultati. Documenti e registrazioni cruciali scomparvero negli anni successivi, in un silenzio assordante che sembra aver celato la verità di quanto accaduto quel fatidico 27 giugno.Molte delle prove più importanti erano state nascoste per decenni. Tra queste, ci sono le informazioni relative all’identificazione del contenitore del carburante utilizzato dai caccia della portaerei americana Saratoga presente vicino al relitto dell’aereo e i dati sulle caratteristiche degli aerei presenti nella zona nel momento dell’impatto, tra cui le informazioni riguardo la presenza di un Mig libico.Le indagini successive non sono riuscite ad alimentare queste nuove teorie che hanno portato i ricercatori a ripensare alla storica narrazione sulla strage. Questa ricostruzione degli eventi, basata su nuove scoperte e prove, sembra riportare la verità sul disastro, mettendo in discussione il quadro storico ufficiale che ha condotto l’inchiesta di Paolo Biondani a rilevare le lacune della documentazione prodotta finora.In questo contesto, emerge la necessità di una maggiore trasparenza e sincerità nel racconto delle vicende, facendo il possibile per evitare che la verità venga sempre occultata.

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