La tubercolosi, un nemico a lungo creduto sconfitto nella regione euro-mediterranea, manifesta nuovamente sintomi di una certa riluttanza ad accettare la propria fine. E proprio in questo contesto di apparentemente stabile ma fittizio equilibrio che l’Europa si ritrova a dover affrontare un aumento dei contagi. Questo incremento, ormai più che evidente, ha raggiunto il livello di circa 39 mila casi nei Paesi dell’unione europea e dello spazio economico europeo nel solo anno scorso, con un aumento degli ultimi dodici mesi pari a mille contagi rispetto all’anno precedente. La notizia non è esattamente rassicurante: il numero di nuovi casi sembra avere raggiunto un livello di crescita significativo che preoccupa i professionisti della sanità pubblica e gli specialisti della lotta contro la tubercolosi.Al centro dell’attenzione vi sono i dati relativi ai contagi registrati tra i minori: il dato è impressionante. Siamo arrivati a 1.689, ossia una percentuale di circa il 4,3% del totale. Ma cosa è ancora più preoccupante è l’aumento rispetto all’anno precedente pari al 25%. Questo aumento della tubercolosi tra i minori potrebbe essere un sintomo di un problema molto più profondo: la debolezza delle strategie di lotta alla malattia, oppure, ed è solo una congettura, il mancato raggiungimento degli obiettivi fissati per contrastare l’epidemia. Il rapporto prodotto da ECDC e Ufficio europeo dell’Oms in occasione della Giornata Mondiale contro la tubercolosi evidenzia alcune carenze nella gestione dei contagi tra i bambini, ma non fornisce indicazioni precise sul come invertire la tendenza.
La tubercolosi: un nemico che rilutta a scomparire in Europa con un aumento di casi 39mila nel solo anno scorso.
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