26 gennaio 2025 – 11:33
Un’altra replica, colpo su colpo. Questa volta non per difendersi dagli attacchi subiti dalla destra, ma per ristabilire la verità di quanto accaduto e documentabile sul caso Almasri, come spiegato dall’Associazione nazionale magistrati. Il sindacato degli avvocati che proprio in queste ore sta procedendo al rinnovo dei suoi organi interviene dopo le dichiarazioni rilasciate a Gedda dalla premier Giorgia Meloni e mette nero su bianco: il torturatore libico liberato per l’inazione del Guardasigilli, che avrebbe invece dovuto richiedere la sua custodia cautelare per rispettare la richiesta della Corte Penale Internazionale. Il generale libico Almasri è stato rilasciato non per scelta del governo, ma su ordine della magistratura. Queste sono le parole pronunciate ieri dal Presidente del Consiglio Meloni secondo l’Anm che aggiunge che il governo aveva deciso di espellerlo poiché considerato un soggetto pericoloso. In realtà, Almasri è stato rilasciato il 21 gennaio scorso a causa dell’inazione del ministro della Giustizia che era stato informato dalla polizia giudiziaria il 19 gennaio e dalla Corte d’appello di Roma il 20 gennaio e avrebbe dovuto, in ottemperanza agli obblighi internazionali, chiedere la sua custodia cautelare in vista della consegna alla Corte Penale Internazionale che aveva emesso un mandato di cattura nei suoi confronti per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga in Libia. La critica dell’Anm continua: Almasri, per scelta politica e nel silenzio del Guardasigilli, l’unico parlamentare a chiedere all’autorità giudiziaria una misura restrittiva, è stato infine rilasciato e trasportato con un volo di Stato in Libia nonostante fosse indagato per gravi reati. È importante sottolinearlo per amor di verità. Un netto e unitario punto di vista esposto apertamente dall’Anm anche se contestualizzato nelle elezioni imminenti.