Rielaborazione: Proposte per una Normativa Equilibrata sulle Energie Rinnovabili e la Tutela del Paesaggio Vitivinicolo ItalianoIn un momento cruciale per la transizione energetica del Paese, l’Associazione Nazionale Città del Vino ha presentato al Senato, durante l’audizione dell’ottava commissione relativa al decreto Transizione 5.0, un documento articolato composto da otto proposte di emendamento.
L’obiettivo è quello di affinare la normativa riguardante le aree idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, bilanciando imperativi ambientali e la salvaguardia di un patrimonio culturale e produttivo di inestimabile valore: il paesaggio vitivinicolo italiano.
Il riconoscimento di un divieto, seppur relativo, di installazione di impianti in aree agricole rappresenta un passo avanti rispetto alla precedente legislazione.
Tuttavia, l’associazione esprime riserve circa la quantificazione del tre per cento di superficie agricola utilizzabile a livello regionale, ritenendola potenzialmente eccessiva e insufficientemente calibrata sulle specificità territoriali.
La carenza di una disciplina transitoria, un punto critico che aveva portato all’annullamento della legge precedente da parte del Tar del Lazio, emerge nuovamente come questione irrisolta.
La definizione di agrivoltaico, pur esistente, solleva preoccupazioni circa la sua chiarezza e il rischio di interpretazioni divergenti che potrebbero minare l’effettivo perseguimento degli obiettivi di integrazione tra produzione agricola e produzione energetica.
L’attenzione verso l’eolico, un altro vettore energetico in rapida espansione, appare insufficiente nel contesto delle proposte di emendamento.
Un aspetto centrale delle preoccupazioni di Città del Vino riguarda la disciplina delle distanze minime da osservare per l’installazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole, in prossimità di infrastrutture industriali e autostrade.
L’associazione ritiene che le distanze attuali non siano adeguate a preservare la qualità del paesaggio e a minimizzare gli impatti visivi.
Le proposte dell’associazione mirano a rafforzare il ruolo dei Comuni nei processi decisionali, riconoscendo la loro competenza e sensibilità nei confronti delle peculiarità territoriali.
Si chiede, inoltre, di condizionare l’idoneità delle fasce agricole contigue a infrastrutture, a una valutazione approfondita che tenga conto del valore paesaggistico e agricolo.
Si auspica una maggiore severità nell’applicazione delle deroghe al divieto di installazione di impianti fotovoltaici a terra in aree agricole, nonché una revisione delle soglie regionali per l’uso della superficie agricola.
La salvaguardia dell’integrità visiva e del valore universale eccezionale dei siti UNESCO emerge come priorità imprescindibile.
La prospettiva di un impatto negativo sulla produzione agricola, unita alla compromissione del paesaggio, desta particolare allarme per le aree vitivinicole di pregio del Friuli Venezia Giulia, come i Colli Orientali, il Collio e il Carso, aree che rappresentano un modello di eccellenza nella produzione di vino di alta qualità e custodi di tradizioni secolari.
Le proposte di emendamento puntano, quindi, a garantire che la transizione energetica non avvenga a scapito di un patrimonio culturale, paesaggistico e produttivo che costituisce un elemento distintivo dell’identità italiana.






