L’Abruzzo al bivio: Sanità al collasso, territori in bilico e la perdita di visioneLa conferenza stampa a Pescara, e le parole come un monito.
Il Patto per l’Abruzzo non usa mezzi termini: la resa dei conti.
La gestione a destra, e i conti che non tornano.
Non un fallimento annunciato, ma un dato di fatto.
La spia dell’allarme si accende, in una spirale di tagli e promesse di futuro che non si concretizza.
La crisi sanità abruzzese non è una previsione astratta, ma un dato oggettivo che non solo non si argine, non si riduzioni di 128 milioni di euro.
l’assistenza, tra le voci di.
un.
a.
l’abitudini perIn questo scenario, i dati del Ministero sono un’amara conferma.
La sanità abruzzese, pilastro fondamentale di ogni amministrazione regionale, si trova sull’orlo del collasso.
Un disavanzo in crescita esponenziale, negato fino ad ora, minaccia di compromettere i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), relegando l’Abruzzo in una posizione di coda nazionale.
La promessa di miglioramenti nel 2024 suona come una beffa, celando un progressivo deterioramento che ha portato la regione a occupare gli ultimi posti in Italia.
Ma il disagio non si limita al settore sanitario.
Le aree naturali, custodi di un patrimonio ambientale inestimabile, subiscono tagli devastanti, superiori al 30%.
Una scelta irresponsabile che sacrifica la tutela del territorio sull’altare di scelte politiche miopi.
Mentre si celebrano anniversari con investimenti simbolici, si abbandona la salvaguardia di un bene comune, un’eredità da tramandare alle future generazioni.
L’Agenzia Regionale per il Lavoro (ARAL) è un altro tassello di una gestione opaca, un ente strumentale che dovrebbe promuovere politiche attive del lavoro, ma che si rivela un mero strumento per distribuire poltrone.
Un’operazione che distrae risorse preziose che potrebbero essere impiegate per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini.
L’opposizione ha presentato emendamenti mirati a garantire maggiore trasparenza e responsabilità, ma le proposte sono state ignorate, soffocate da logiche di partito che privilegiano la gestione del potere alla tutela dell’interesse pubblico.
Il risultato è una spirale di inefficienza e sprechi che impoverisce la comunità abruzzese.
La situazione è critica, ma non insormontabile.
Serve una nuova visione strategica, un cambio di rotta che metta al centro il benessere dei cittadini e la tutela del territorio.
Serve coraggio per ammettere gli errori commessi e per avviare un percorso di risanamento che coinvolga tutti gli attori sociali.
L’Abruzzo è a un bivio: può continuare a seguire la strada della miopia e dell’immobilismo, oppure può scegliere di voltare pagina e costruire un futuro di prosperità e sostenibilità.
Il tempo delle promesse è finito.
È tempo di agire.