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sabato 25 Ottobre 2025

Università dell’Aquila: mozione per sospendere collaborazioni con Israele

La mozione del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila, approvata il 10 settembre, rappresenta una presa di posizione di profonda rilevanza etica e accademica, invitando l’ateneo a una revisione critica e sospensiva di ogni forma di collaborazione con istituzioni israeliane.
Questa iniziativa non si configura come un mero atto di protesta politica, bensì come un’applicazione coerente dei principi fondanti del sapere universitario e del dovere morale verso le vittime di un conflitto che ha assunto dimensioni umanitarie e giuridiche di allarme globale.
La decisione si radica in un’analisi approfondita degli sviluppi recenti a livello internazionale.
Le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia, che hanno richiesto a Israele di adempiere agli obblighi derivanti dalla Convenzione sul Genocidio, e la dichiarazione di illegalità dell’occupazione dei territori palestinesi, unitamente ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di figure apicali del governo israeliano per crimini di guerra e contro l’umanità, costituiscono un quadro ineludibile che impone una riflessione urgente all’interno della comunità accademica.

Il Dipartimento evidenzia con preoccupazione la persistente violazione degli accordi di tregua, caratterizzata da un’intensificazione degli attacchi militari e dall’utilizzo deliberato della privazione di risorse essenziali – in particolare, il cibo – come strumento di coercizione nei confronti della popolazione civile.

Tale strategia, oltre ad essere una grave violazione del diritto internazionale umanitario, costituisce un attacco diretto alla dignità umana e alla possibilità di una vita pacifica e prospera per i palestinesi.
La distruzione sistematica delle infrastrutture educative, l’annientamento di archivi storici e museali, la strumentalizzazione della narrazione storica per fini identitari e la repressione della libertà di espressione rappresentano, inoltre, un attacco alla memoria collettiva e alla possibilità di un futuro basato sulla comprensione reciproca e sulla giustizia.
La mozione non trascura di denunciare la crescente criminalizzazione del dissenso all’interno del mondo accademico, con episodi di censura, arresti e licenziamenti di studenti e docenti che osano criticare le politiche governative.
Questa deriva autoritaria mina i principi fondamentali della libertà di ricerca e di insegnamento, pilastri imprescindibili di un’università che si voglia considerare veramente libera e al servizio della comunità.

L’ateneo, in quanto membro attivo della Rete delle Università Italiane per la Pace e aderente al dottorato nazionale in Peace Studies, è chiamato ad incarnare questi valori attraverso l’adozione di un rigoroso regolamento di “Due Diligence Etica”, che escluda collaborazioni con entità coinvolte in conflitti armati o nella produzione di armamenti.
Tale regolamento dovrebbe tener conto non solo delle implicazioni dirette delle collaborazioni, ma anche delle loro conseguenze indirette e delle responsabilità derivanti dal sostegno a sistemi oppressivi.
Infine, la mozione invita a rafforzare i legami con le università palestinesi, promuovendo programmi di scambio e progetti di ricerca che favoriscano la condivisione di conoscenze, la costruzione di ponti e la difesa del diritto all’autodeterminazione.

Questo impegno rappresenta un atto concreto di solidarietà e un investimento nel futuro di una regione che aspira alla pace, alla giustizia e alla prosperità.
La ricerca accademica, in quest’ottica, deve essere posta al servizio della verità, della giustizia e della costruzione di un mondo più equo e sostenibile.

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