La recente escalation verbale del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, durante un’intervista a Rete 8, ha sollevato un’ondata di sconcerto e preoccupazione all’interno della comunità giornalistica abruzzese e nazionale. L’episodio, nato apparentemente come una battuta sulla giovane età del giornalista Daniele Cristofani, si è rapidamente trasformato in un attacco frontale nei confronti dell’intera professione, manifestato attraverso espressioni volgari e gesti privi di ogni pudore.De Laurentiis, nel suo sfogo, ha messo in discussione la presunta obsolescenza e negatività dei media italiani, accusandoli di propinare al pubblico un flusso costante di notizie disastrose. L’affermazione, intrisa di un tono paternalistico e arrogante, ha superato ogni limite di decenza, culminando in un gesto osceno che ha amplificato la gravità del momento.La risposta dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, guidato dalla presidente Marina Marinucci, è stata immediata e inequivocabile. La condanna delle espressioni utilizzate dal presidente del Napoli non si è limitata alla mera denuncia della volgarità, ma ha scavato più a fondo, analizzando l’episodio alla luce di dinamiche culturali e antropologiche più ampie. Il gesto di De Laurentiis, in questo contesto, emerge come un rituale apotropaico, una reazione irrazionale e impulsiva di fronte a una realtà percepita come sfavorevole.Marinucci ha sottolineato come tale comportamento, purtroppo, non sia una novità nel panorama calcistico, dove figure di spicco ricorrono a gesti e parole provocatorie per gestire lo stress e l’incertezza. La presidente ha inoltre evidenziato come la risposta del giornalista Cristofani, con una battuta arguta e puntuale, abbia smascherato la scarsa inventiva e l’impoverimento retorico del presidente, costringendolo a ripetere le stesse argomentazioni in un loop senza fine.Il Sindacato Giornalisti Abruzzesi, in linea con l’Ordine, ha stigmatizzato l’episodio come un atto di bullismo dialettico rivolto a un professionista dell’informazione, ribadendo la necessità di tutelare la libertà di cronaca e il diritto di esprimere opinioni, anche critiche, senza subire attacchi personali e intimidazioni.L’accaduto non si riduce a una semplice querelle tra un presidente e un giornalista; apre un dibattito cruciale sulla responsabilità dei personaggi pubblici, sul rispetto delle professioni e sul ruolo dei media nella società contemporanea. La capacità di interpretare la realtà, di elaborare narrazioni complesse e di fornire strumenti di analisi critica è fondamentale per la democrazia e non può essere compromessa da attacchi personali e intimidazioni. Forse, come suggerisce l’ironia di Marinucci, una pausa dalla visione del telegiornale, in particolare durante i pasti, potrebbe giovare a tutti. La colpa non è dei giornalisti, ma della complessità del mondo che essi si adoperano a raccontare.
De Laurentiis contro i giornalisti: sconcerto e polemiche
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