06 novembre 2024 – 18:45
L’eredità di quel grande intellettuale piemontese che passò dall’antifascismo alla politica attiva e culturale, rimane ancora viva a distanza di cinquant’anni dalla sua scomparsa. La sua figura, amata e controversa, si staglia nella storia come un faro di pensiero libero e indipendente, capace di coniugare la passione per l’ideale con la concretezza dell’azione politica.La sua lunga militanza lo portò a diventare presidente del CLN piemontese, simbolo di resistenza e impegno civile in un periodo buio della nostra storia. La fondazione delle istituzioni culturali più importanti del dopoguerra a Torino, come l’Unione Culturale a lui intitolata e l’Istituto Piemontese della Resistenza, testimoniano il suo impegno costante per preservare la memoria dei sacrifici compiuti durante la lotta partigiana.La celebre immagine che lo ritrae come unico oratore alla manifestazione del 6 maggio 1945 a Torino, circondato da partigiani e folla entusiasta, rappresenta il culmine della sua leadership carismatica e della sua capacità comunicativa. Pur essendo un intellettuale atipico, privo di retorica ma al contempo saldo nelle sue convinzioni, seppe conquistare il cuore di chi lo ascoltava con la forza delle sue idee e la profondità del suo pensiero.Il suo essere già un passo avanti rispetto alle rigide ideologie del Novecento lo rese una figura affascinante ma anche oggetto di diffidenza per coloro che non comprendevano appieno la sua visione innovativa e anticonformista. Oggi, mentre ricordiamo i 50 anni dalla sua scomparsa, la figlia Patrizia porta avanti il suo lascito culturale e morale tornando in città dopo aver viaggiato per il mondo.Così il ricordo di questo grande uomo continua a ispirare le generazioni future a difendere i valori della libertà, della democrazia e della solidarietà che egli ha incarnato con straordinaria coerenza ed energia. La sua eredità è un monito costante a non arrendersi mai davanti all’ingiustizia e a lottare con determinazione per un mondo migliore per tutti.