Le recenti comunicazioni inviate dall’Agenzia delle Entrate stanno generando preoccupazione e confusione tra i contribuenti anziché favorire la conformità fiscale. Queste lettere, prive di contenuto tecnico-informativo significativo, stanno seminando timori tra i cittadini e costringendo i commercialisti a svolgere attività di assistenza con scarso valore aggiunto, spesso poco remunerative. È quanto affermano congiuntamente tre presidenti di sindacati di commercialisti: Francesco Cataldi (Ungdcec), Edoardo Ginevra (Aidc) e Maria Pia Nucera (Adc) in merito al concordato biennale.Le lettere di compliance, originariamente concepite per promuovere il rispetto delle norme fiscali e favorire la trasparenza con l’amministrazione finanziaria, sembrano essere diventate uno strumento intimidatorio. La dichiarazione “L’Agenzia individua i casi anomali selezionati per le attività di controllo” ne è un esempio lampante. Inoltre, equiparare il reddito da lavoro autonomo o d’impresa al reddito minimo previsto per i dipendenti ignora le specificità del contribuente. Questo approccio sembra ignorare che redditi inferiori a certi livelli possono essere dovuti alla difficile situazione economica del 2023, ancora in corso.I presidenti dei sindacati criticano anche il metodo utilizzato dall’Agenzia: l’invio massivo di comunicazioni generiche contrasta con l’obiettivo dichiarato di migliorare la relazione tra fisco e contribuente. Tali lettere sembrano più una pressione per spingere all’adesione al concordato preventivo biennale, uno strumento che non ha ottenuto il successo sperato. Da tempo abbiamo evidenziato le sue criticità e offerto il nostro supporto per avviare un dialogo costruttivo, ma finora senza risultato positivo”, si conclude nella nota dei professionisti.
“Lettere Agenzia Entrate: preoccupazione e confusione tra contribuenti”
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