L’ex comandante della Costa Concordia Schettino rinuncia alla semilibertà. È la decisione presa dopo il verdetto del tribunale di Sorveglianza di Roma che non lo ha assolto, però non l’ha nemmeno condannato.

Date:

08 aprile 2025 – 14:12

L’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, ha deciso di rinunciare alla semilibertà che gli era stata concessa nel corso del processo per la sciagura dell’Isola del Giglio. La decisione è stata annunciata dal suo difensore, Francesca Carnicelli, secondo cui il procedimento giudiziario si è concluso con un pronunciamento di “non luogo a provvedere” da parte del tribunale di Sorveglianza di Roma.Secondo la difesa di Schettino, le motivazioni della rinuncia alla semilibertà sono legate alle difficoltà incontrate nella proposta lavorativa che era stata sottoposta al giudice per il rispetto degli obblighi imposti all’imputato. La scelta del capo dell’equipaggio di abbandonare la richiesta di semilibertà può essere interpretata come un gesto di rinuncia alle libertà parzialmente riconosciute, probabilmente in considerazione delle gravi criticità emerse dal caso e della posizione assunta dall’imputato nel corso dell’inchiesta.Nonostante le dichiarazioni del suo difensore, la rinuncia alla semilibertà di Schettino rappresenta anche una sconfitta per l’ex comandante. La notizia è pervenuta nonostante il tentativo del giudice di facilitare gli adempimenti obbligatori imposti all’imputato in vista della sua libertà parziale, rendendo evidente la forte tensione che anima questo processo e il rifiuto della società civile a concedere clemenza all’ex comandante dell’incrociatore.La rinuncia alla semilibertà di Schettino rappresenta un momento cruciale del procedimento giudiziario. Secondo le disposizioni vigenti in Italia, l’imputato che riceve la semilibertà è sottoposto a regolari controlli presso il proprio domicilio e deve attenersi alle prescrizioni impartite dal tribunale per garantire il rispetto degli obblighi.Le disposizioni sul rilascio su cauzione, introdotte in Italia con la legge n. 356 del 2009, sono state pensate per favorire il processo penale, consentendo al giudice di liberare il detenuto prima della sentenza finale e garantendogli un rischio più basso nel caso in cui si decidesse a recidiva durante l’istruzione processuale. Nonostante le finalità del rilascio su cauzione, non mancano però controversie legate alle semilibertà parziali attribuite in base alla stessa legge. Tra i punti critici emersi dal caso Schettino è anche la questione relativa al dovere di rispetto dell’imputato verso gli obblighi impostigli, che nella fattispecie ha portato ad un confronto tra difensore e magistrato in merito alla proposta lavorativa.L’approvazione della semilibertà da parte del tribunale rappresenta anche un riconoscimento dell’intenzione del giudice a garantire la tutela delle libertà individuali nel momento di incidenza dei processi penali, soprattutto in relazione alla tutela e alla garanzia delle norme della legalità.

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