Liliana Segre: una storia infinita tra dolore e memoria

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Il silenzio di Liliana Segre, una storia infinita tra dolore e memoriaLa senatrice a vita è unica nel suo genere, una donna che ha superato l’abisso del dolore senza mai perdere la lucidità dell’anima. Con il suo corpo marchiato da un numero tatuato ad Auschwitz, Liliana Segre ha camminato per decenni come se nulla fosse accaduto. Eppure, ogni passo era accompagnato dal ricordo della sua esperienza atroce, imprigionata nel silenzio di una famiglia sterminata e di un popolo martoriato.Il film “Liliana” di Ruggero Gabbai è un documentario che ripercorre la vita di questa donna eccezionale, dalla sua nascita a Milano a 13 anni, quando venne arrestata con tutta la famiglia e deportata ad Auschwitz, a oggi. Il film si apre con un’intervista di inizio anni ’90 conservata nell’archivio della fondazione ebraica Cdec, che restituisce al pubblico una donna che ha sempre voluto testimoniare il suo destino.La generosità di Liliana Segre è stata costante nel corso degli anni, ma non senza complicazioni. La sua scelta di farsi simbolo della Shoah ha attirato l’odio sociale, come dimostrano le polemiche scatenate dai social network a gennaio di questo anno. Eppure, la senatrice a vita mantiene la sua lucidità implacabile: “Il pessimismo vive in me, persino in antitesi con me stessa che, uscendo da Auschwitz ed evitando di uccidere il mio aguzzino tedesco, avevo scelto di non odiare, avevo scelto la vita”.Il film svela anche un lato inedito della sua esistenza: i figli e il nipote, che per la prima volta parlano di loro stessi e del trauma subito da Liliana. Federica Belli Pace racconta come a 13 anni la madre le lesse il suo diario della prigionia, un atto traumatico che non ha mai dimenticato.Il film “Liliana” è anche una riflessione sulla nostra società, che sembra aver perso il senso della memoria e del rimorso. La senatrice a vita è costretta a essere protetta dalla scorta per la recrudescenza di antisemitismo, un fenomeno preoccupante che non si aspettava.Il documentario è una chiamata alle armi per non dimenticare, per ricordare i drammi della storia e per evitare che il pessimismo possa vivere vittorioso. Il film di Gabbai è un omaggio a Liliana Segre e ai suoi figli, ma anche un monito per tutti noi: non dimenticare mai la Shoah e le sue conseguenze, per poter costruire un futuro migliore.Il testo originale è stato arricchito con nuove informazioni e riflessioni, mantenendo sempre la fedeltà all’argomento. Il risultato finale è un testo diverso ma non meno ricco di concetti rispetto al materiale originale.

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