Limitazione accesso falesie per proteggere la fauna: incontri e sensibilizzazione in Valle d’Aosta

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11 marzo 2025 – 12:01

In seguito all’analisi dettagliata delle falesie utilizzate per l’arrampicata nelle zone più delicate e alla raccolta dei dati sulle popolazioni animali presenti, sono state individuate specifiche aree da preservare. L’assessorato regionale all’Agricoltura e alle Risorse naturali ha deciso di non proibire l’accesso a tali falesie, ma di limitarne il periodo di frequentazione al fine di garantire la nidificazione degli uccelli come il gipeto, il gufo reale e il falco pellegrino, che trovano nelle pareti rocciose luoghi cruciali per la loro riproduzione, riparo e riposo. Recentemente si è svolto un incontro presso l’ufficio dell’assessore su questo tema. Tra i partecipanti c’erano Massimo Bocca, cofondatore del Gruppo piemontese per gli studi ornitologici e membro della Société de la flore valdôtaine, insieme all’assessore Marco Carrel, rappresentanti del Corpo forestale e il presidente dell’Uvgam, l’Unione valdostana delle guide di alta montagna, Ezio Marlier.Bocca ha sottolineato l’importanza dell’informazione e della sensibilizzazione poiché spesso gli amanti della montagna non sono consapevoli dei danni che possono causare alla fauna. Piccoli gesti consapevoli durante la frequentazione delle falesie possono favorire un equilibrio tra tutti gli interessati. In questa ottica è stato redatto un documento volto a informare e sensibilizzare tutti coloro che fruiscono delle falesie: appassionati, professionisti della montagna e turisti. Il presidente delle guide alpine Marlier ha parlato di una significativa collaborazione tra enti per proteggere il territorio in un contesto che coinvolge chi pratica l’alpinismo e l’escursionismo.Nei prossimi mesi sono previsti incontri informativi sul campo che coinvolgeranno attivamente le varie figure locali: guide alpine, accompagnatori di media montagna e membri del Corpo forestale della Valle d’Aosta. Negli ultimi anni si è registrato un aumento significativo nell’interesse per l’arrampicata all’aperto con una crescente attenzione verso siti naturalistici finora trascurati conclude Carrel.

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