L’imprenditore Bruno Sansone, residente a Napoli, è stato accusato dalla Procura di aver trasformato una ex cava della città in una maxi discarica pericolosa per la salute pubblica. Secondo le indagini condotte dalla Polizia locale, dal Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, Sansone avrebbe interrato illegalmente 7-8 piani di rifiuti speciali, tra cui amianto, con un totale stimato di 200-250 mila tonnellate.Quest’azione ha causato gravi danni all’ambiente circostante e ha messo a repentaglio la salute dei cittadini che vivono nelle vicinanze. Le autorità competenti hanno quindi posto l’imprenditore ai domiciliari in attesa del processo per i reati contestati, tra cui inquinamento e disastro ambientale.Questa vicenda mette in luce il problema sempre più diffuso dell’abbandono illegale dei rifiuti e della mancanza di controlli adeguati da parte delle istituzioni preposte. È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della corretta gestione dei rifiuti e sul rispetto dell’ambiente per garantire un futuro sostenibile alle generazioni future.
L’imprenditore napoletano accusato di trasformare ex cava in discarica illegale
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