L’incertezza globale può compromettere la ripresa dell’economia italiana, secondo l’Istituto di Statistica (Istat)

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L’incertezza che ancora circonda la congiuntura economica globale potrebbe avere ripercussioni significative sulla crescita del PIL italiano, secondo le stime dell’Istituto di Statistica (Istat). Se l’instabilità persistesse e le tensioni commerciali aumentassero, il Paese potrebbe registrare un impatto negativo di circa 2 decimi di punto sul PIL nel 2025 e di 3 decimi nel 2026.Questa valutazione è stata presentata nell’Audizione relativa al Documento di Finanziamento della Programmazione (Dfp), con la precisazione che si tratta di una stima parziale e soggetta a notevoli incertezze, date le difficoltà di prevedere l’evoluzione delle principali variabili esterne e risposta dei Governi e delle Banche Centrali.Le previsioni di crescita del PIL nel Dfp indicano un aumento dello 0,6% per quest’anno e dello 0,8% per il 2026. Nonostante l’Istat non abbia espressamente quantificato l’impatto della crisi energetica sul PIL italiano, le stime suggeriscono che la situazione potrebbe essere ancora più critica rispetto al previsto.La crescita economica italiana dipenderà in gran parte dalla capacità del governo e delle banche centrali di intervenire tempestivamente e efficacemente per mitigare gli effetti negativi dell’instabilità globale. Una politica economica proattiva potrebbe aiutare a sostenere la domanda interna, ridurre l’inflazione e incentivare l’investimento, anche se non è facile prevedere come le autorità risponderanno alle sfide in arrivo.In questo contesto, l’Italia dovrà confrontarsi con diverse minacce, tra cui un rallentamento della crescita economica a livello globale, tensioni commerciali, crisi energetiche e una situazione geopolitica sempre più complessa. L’impegno del governo e delle istituzioni economiche sarà fondamentale per garantire la resilienza dell’economia italiana e supportare le imprese nazionali in questa fase di incertezza.Nella speranza che queste previsioni si avverino, il prossimo futuro dovrà essere caratterizzato da una collaborazione più stretta tra i Governi e le Banche Centrali per garantire la stabilità economica e promuovere la crescita sostenibile in tutto il mondo.

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