La stagnazione salariale ha raggiunto nuovi picchi negli ultimi anni, ma i rinnovi contrattuali rimangono una questione delicata e politicizzata. Il governo sembra più interessato a perseguire un’agenda di austerità che a sostenere la crescita dei salari retribuitivi, che sono rimasti fermi da tempo. La Cgil ha condannato questa politica e ha chiesto rinnovati contratti che tutelino davvero il potere d’acquisto, ma l’unica risposta sembra essere una riproposizione delle misure già attuate.Confindustria si sta muovendo in direzione analoga, mostrando di condividere tale politica. Ma questo atteggiamento contrasta fortemente con le aspettative e i bisogni dei lavoratori, che richiedono una maggiore tutela degli stipendi e una revisione della dinamica contrattuale.È essenziale ripensare al modello di sviluppo economico vigente ed aprire il confronto con le organizzazioni sindacali per definire patti sociali in grado di garantire un futuro migliore.
L’inerzia salariale e la politica di austerità: l’impatto sul potere d’acquisto dei lavoratori.
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