L’ordine pubblico in crisi a Istanbul: la polizia reagisce duramente ai manifestanti contro l’arresto del sindaco

Era il 6 maggio quando l’atmosfera di Istanbul iniziò a cambiare bruscamente: gli agenti di polizia si schierarono nella piazza principale del comune, pronto a contenere eventuali manifestazioni. La ragione? L’arresto dello sindaco Ekrem Imamoglu, avvenuto il giorno precedente, aveva scatenato le rabbie dei cittadini che volevano esprimere la propria disapprovazione attraverso un corteo pacifico. Ma ciò non impedì ai manifestanti di radunarsi nelle strade circostanti, desiderosi di sottolineare con forza il loro dissenso.Tuttavia, i responsabili della sicurezza decisero di intervenire per evitare possibili incidenti e perturbazioni dell’ordine pubblico. Alcuni manifestanti furono fermati dal cordone di polizia all’interno del comune, mentre altri cercavano di superarlo per raggiungere la famosa piazza Taksim. I sostenitori dello stadio si trovavano bloccati e percepivano l’impazienza crescente della folla.Fu in quel momento che i primi segni di tensione apparvero: alcuni manifestanti tentarono di superare il cordone poliziesco, ma furono fermati con decisione. I membri delle forze dell’ordine, mossi da un senso di dovere nei confronti del loro lavoro, iniziarono a utilizzare manganelli e gas lacrimogeni per mantenere l’ordine pubblico, come riportato dai media locali. Le riprese video girate sul posto furono immediatamente condivise online.L’intervento della polizia portò solo ad aumentare la rabbia dei manifestanti: alcuni di loro erano stati arrestati e gli altri continuavano a gridare e protestare all’esterno del comune, determinati nel mostrare pubblicamente il proprio dissenso. La situazione rimase tesa per diverse ore, con tanto di arresti, feriti e denunce di aggressione.