06 gennaio 2025 – 01:34
Nella cupa giornata dell’Epifania del 1980, non solo Nino Madonia e Giuseppe Lucchese si trovavano in via Libertà a Palermo. La commissione provinciale di Cosa Nostra aveva mandato un gruppo di sicari fidati per ostacolare Piersanti Mattarella, il coraggioso presidente della Regione Siciliana deciso a liberare i palazzi della politica dall’influenza criminale dei mafiosi e dei loro complici. La lotta per la legalità e la giustizia si intrecciava con le trame oscure della malavita organizzata, in una Palermo divisa tra il coraggio di pochi e la paura dilagante. Mattarella simboleggiava la resistenza contro un potere illegittimo che minacciava la democrazia stessa, pagando infine con la vita il suo impegno incrollabile. L’ombra della mafia si allungava su una città segnata da anni di omertà e complicità, ma anche illuminata dalla speranza di un cambiamento radicale. Quel tragico episodio rappresentava un punto di svolta nella lotta al crimine organizzato in Sicilia, scuotendo le coscienze e spingendo molti cittadini ad alzarsi contro il dominio oppressivo delle famiglie mafiose. La memoria di Piersanti Mattarella vive ancora oggi come simbolo di integrità e coraggio civile, ispirando nuove generazioni a battersi per un futuro più giusto e libero da ogni forma di criminalità.