14 settembre 2024 – 18:45
Il discorso di Lucia Musti, neo procuratore generale del Piemonte e Valle d’Aosta, ha scosso le fondamenta dell’opinione pubblica con la sua denuncia delle infiltrazioni mafiose nel territorio. Il passaggio di consegne da Francesco Saluzzo a Musti è stato un momento cruciale, simbolo di una lotta che va ben oltre i confini regionali. Il suo messaggio è stato chiaro e inequivocabile: è giunto il momento di mettere fine all’ipocrisia e alla complicità con le organizzazioni criminali.Musti ha raccontato la sua personale esperienza, ricordando un episodio di intimidazione subito dopo aver affrontato il tema delle collusioni tra imprese e mafia durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Bologna. Le sue parole hanno riempito l’Aula Magna del Palagiustizia, richiamando l’attenzione sul grave problema che affligge anche Torino: un mondo oscuro e complesso celato dietro una facciata di perbenismo.La nuova procuratrice ha sottolineato la sua conoscenza approfondita della criminalità organizzata, derivante dalla sua esperienza nell’Emilia-Romagna, dove le infiltrazioni mafiose sono ormai parte integrante della società e dell’economia locale. Musti non intende voltare lo sguardo davanti a questa realtà inquietante, ma si propone come paladina della legalità e della trasparenza.Il suo discorso ha suscitato un dibattito acceso sulla necessità di contrastare con determinazione le attività illecite delle organizzazioni criminali e di proteggere il tessuto sociale ed economico dalle influenze malavitose. Musti rappresenta una nuova speranza per il Piemonte, pronta a guidare una battaglia senza quartiere contro chiunque cerchi di minare i valori fondamentali della democrazia e dello Stato di diritto.