Manifestazione contro il G7 a Torino: studentessa denuncia violenza e divergenze autorità-manifestanti

Durante la conferenza stampa indetta dagli attivisti che hanno partecipato alla manifestazione contro il G7 a Torino, una studentessa universitaria di nome Bianca ha raccontato di un ragazzo ricoverato in ospedale a causa di un naso rotto provocato dall’uso di un lacrimogeno. La manifestazione, che ha dato vita a disordini con le forze dell’ordine, è culminata con i manifestanti che hanno cercato per due ore di superare i blocchi della polizia per arrivare a piazza Carlo Emanuele II e alle zone degli alberghi dove risiedevano le delegazioni del G7.Bianca ha riferito che circa una decina di persone sono rimaste ferite durante gli scontri, molti dei quali minorenni. Ha denunciato la violenza della polizia nel tentativo di reprimere il dissenso dei manifestanti, sottolineando che non tutti i presenti in piazza erano affiliati ad Askatasuna, come spesso si tende erroneamente a credere. In realtà, ha specificato Bianca, la maggior parte dei partecipanti erano studenti desiderosi di esprimere pacificamente il proprio malcontento.La testimonianza della studentessa evidenzia quindi la complessità delle dinamiche sociali e politiche presenti nella città di Torino in relazione alle proteste e alla gestione dell’ordine pubblico. Le divergenze tra le autorità e i manifestanti mettono in luce la necessità di trovare modalità efficaci ed inclusive per favorire il dialogo e prevenire episodi di violenza durante le dimostrazioni pubbliche.