16 dicembre 2024 – 09:45
Dopo l’ennesima manifestazione di protesta degli studenti in piazza, Marco Chiauzza, preside di una scuola con oltre 1500 alunni, si ritrova a osservare con preoccupazione la dinamica che coinvolge un piccolo gruppo di studenti più grandi che esercitano un’influenza negativa sui più giovani. Questi giovani, rappresentanti di una minima parte della popolazione studentesca, si ergono a portavoce di tutti gli altri senza alcuna legittimazione. La strumentalizzazione dei ragazzi da parte di forze esterne è evidente: incitati ad azioni sconsiderate senza comprendere appieno le conseguenze, i più giovani vengono trascinati in situazioni pericolose e conflittuali.Il preside si trova costretto a confrontarsi con la realtà di un ragazzo quattordicenne denunciato per oltraggio alle forze dell’ordine che frequenta la sua scuola, rivelando quanto sia profonda l’infiltrazione di questi elementi distruttivi nel contesto educativo. L’uso dei giovanissimi come pedine in manovre politiche è un grave problema sociale che va affrontato con determinazione e consapevolezza.La strumentalizzazione degli studenti da parte di gruppi esterni, spesso legati ai centri sociali, rappresenta una minaccia alla libertà individuale e alla formazione democratica dei giovani. Tale manipolazione non solo danneggia il tessuto sociale ed educativo delle scuole, ma favorisce anche l’ascesa di ideologie autoritarie e divisive. È fondamentale contrastare queste influenze negative e garantire agli studenti un ambiente sicuro e libero da condizionamenti esterni.La responsabilità delle istituzioni scolastiche e della società nel suo complesso è quella di proteggere i giovani dall’inganno e dalla manipolazione politica, promuovendo valori di autonomia, rispetto reciproco e pensiero critico. Solo attraverso un impegno comune per la difesa della libertà individuale e della democrazia si potrà contrastare efficacemente questa pericolosa deriva verso l’autoritarismo.