Il dominio talebano in Afghanistan ha portato a una grave cancellazione delle donne dalla vita pubblica, con conseguenze devastanti sulla loro partecipazione politica e sociale. L’ultimo rapporto di Un Women mette in luce come le donne afghane siano state escluse da posizioni di leadership che consentirebbero loro di influenzare gli affari nazionali e provinciali. Anche quando presenti nelle istituzioni talebane, il ruolo delle donne è limitato a monitorare il rispetto dei decreti discriminatori nei confronti delle altre donne.Questa marginalizzazione politica si riflette anche sul piano sociale, con la stragrande maggioranza delle intervistate che percepiscono una limitata o nulla influenza sulle decisioni della comunità. La partecipazione femminile alle decisioni familiari è diminuita drasticamente, evidenziando un deterioramento significativo dell’autonomia e dell’autodeterminazione delle donne afghane.Tre anni fa, le donne potevano aspirare a candidarsi persino alla presidenza; oggi si trovano invece prive persino della libertà di scelta nelle attività quotidiane come fare shopping. Questo regresso ha innescato una crisi di salute mentale tra le donne, con la maggior parte che riporta uno stato mentale precario e un numero preoccupante che ammette conoscere casi di tentato suicidio tra le proprie conoscenze.La discriminazione crescente avrà conseguenze durature sulle generazioni future: secondo le analisi, entro il 2026 più di un milione di ragazze rimarranno prive di istruzione e 100.000 donne saranno escluse dall’università, causando un aumento significativo delle gravidanze adolescenziali e della mortalità materna. Le restrizioni imposte dai talebani alle donne e alle ragazze rappresentano dunque non solo una violazione dei diritti umani fondamentali, ma anche una minaccia per lo sviluppo socio-economico del paese nel lungo termine.
Marginalizzazione e discriminazione: il dramma delle donne afghane sotto il dominio talebano
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