Maria Rosaria Boccia affronta con coraggio la questione della sua mancata nomina a consigliera ministeriale

Maria Rosaria Boccia ha deciso di affrontare con determinazione e coraggio la questione relativa alla sua mancata nomina a consigliera dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano. Attraverso una serie di post su Instagram, ha ribadito il suo punto di vista e ha evidenziato i passaggi critici della vicenda. In particolare, ha sottolineato che non è stata lei a iniziare la controversia mediatica, bensì il Ministro stesso che ha inviato una lettera al quotidiano ‘La Stampa’, costringendola a replicare tramite i suoi canali social. Boccia ha risposto alle dichiarazioni del Ministro sia sulla stampa che in televisione, mantenendo sempre un atteggiamento difensivo piuttosto che offensivo.La donna si è mostrata decisa nel non permettere che l’attenzione venga deviata dalla questione centrale: come sia stato possibile strappare un decreto di nomina senza lasciare traccia e quali siano state le motivazioni dietro tale azione. Ha elencato una serie di possibili scenari, chiedendosi se vi fossero conflitti d’interesse o incompatibilità di curriculum che potessero aver influenzato la decisione finale. Inoltre, ha fatto riferimento a presunte pressioni esterne o dialoghi avvenuti con terze parti che potrebbero aver inciso sulle dinamiche della situazione.Boccia ha espresso anche il suo disappunto per il modo in cui alcuni media hanno gestito la questione, accusandoli di aver contribuito a danneggiarla attraverso campagne diffamatorie. Nonostante ciò, la donna si è mostrata determinata nel non permettere che l’ingiustizia subita venga usata per fini personali o per ottenere popolarità a scapito della verità sui fatti accaduti.Infine, Maria Rosaria Boccia ha concluso citando un passaggio della Bibbia per sottolineare la sua fiducia nel fatto che nessuna arma creata contro di lei avrà successo e che sarà in grado di confutare ogni accusa ingiusta rivolta nei suoi confronti. Con determinazione e fermezza, si appresta a difendere la propria reputazione e ad ottenere giustizia nella vicenda riguardante la sua nomina mancata.