18 ottobre 2024 – 17:40
Il decreto era stato emesso per i dodici stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso, che fanno parte del gruppo di 16 migranti: dieci provenienti dal Bangladesh e sei dall’Egitto, trasportati in Albania al Cpr di Gjader dalla nave Libra della Marina Militare italiana. I dodici migranti, per i quali il tribunale di Roma non ha convalidato la detenzione nel centro italiano per i rimpatri a Gjader, partiranno domani dall’Albania su una nave della Marina Militare per tornare in Italia, sbarcando a Bari. Nonostante la loro richiesta di asilo sia stata respinta nelle ultime ore, i migranti hanno ancora la possibilità di presentare ricorso entro quattordici giorni per chiedere nuovamente il riconoscimento di tale status.Il governo annuncia il ricorso: “Nutro rispetto per i giudici. Noi combatteremo all’interno dei meccanismi giudiziari. Una battaglia volta a far valere i diritti nell’ambito del diritto internazionale europeo e nazionale. Faremo appello fino alla Cassazione. Qui viene negato al governo il diritto di avviare procedure accelerate: compiere in un mese ciò che normalmente richiede tre anni”. Così ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante una conferenza stampa a Ventimiglia riguardo alla decisione del tribunale di Roma sui migranti nel centro in Albania.I legali sostengono che “Il Tribunale di Roma non ha convalidato la detenzione del nostro assistito, un cittadino bengalese richiedente protezione internazionale, ritenendo ingiustificata l’applicazione della qualifica di paese terzo sicuro sulla base della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea dello scorso 4 ottobre. Poiché secondo tale giurisprudenza il Bangladesh non può essere automaticamente considerato un paese sicuro, la detenzione è priva di fondamento”.Le reazioni all’ordinanza sono state forti. La Lega ha dichiarato: “Proprio nel giorno dell’udienza del processo Open Arms contro Matteo Salvini, l’ordinanza che non convalida la detenzione degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave. I giudici filo-immigrazione possono candidarsi alle elezioni, ma devono sapere che non ci lasceremo intimidire”.
