Blue Forest: Un’Oasi di Posidonia Rinascere a Cala di Volpe, Faro per la Salute del MediterraneoNel cuore della Costa Smeralda, la baia di Cala di Volpe, scenario di rara bellezza, accoglie un’iniziativa di portata storica: Blue Forest, il più ampio progetto di riforestazione marina mai intrapreso nel Mar Mediterraneo. L’obiettivo primario è la riabilitazione e la tutela della *Posidonia oceanica*, una pianta endemica di cruciale importanza per la salute dell’ecosistema marino, un vero polmone verde sommerso che assorbe anidride carbonica e produce ossigeno, oltre a fornire habitat per innumerevoli specie.L’ambizioso progetto, presentato ufficialmente a Milano, è il risultato di una collaborazione sinergica nata dall’impegno di One Ocean Foundation, un’organizzazione non profit internazionale all’avanguardia nella conservazione degli ambienti marini, guidata dal commodoro Riccardo Bonadeo. La Fondazione ha stretto un solido partenariato scientifico con l’Università di Sassari, un pilastro fondamentale per la rigorosità e la validità delle metodologie impiegate. A supporto tecnico si aggiunge l’International School for Scientific Diving (Issd), che fornisce competenze specialistiche, mentre il sostegno finanziario di partner strategici come Pirelli, Smeralda Holding e un’ampia rete di aziende e istituzioni locali, testimonia la condivisione di una visione comune: preservare il patrimonio naturale del Mediterraneo.L’intervento si concentra su un’area di 80 ettari all’interno del campo boe di Cala di Volpe, un tratto di mare un tempo gravemente compromesso dall’ancoraggio indiscriminato e dall’eccessivo traffico. La lungimiranza di Smeralda Holding, vent’anni fa, con l’istituzione del campo boe, ha gettato le basi per la successiva riabilitazione, limitando drasticamente l’impatto antropico sulla prateria di *Posidonia*. Questo sistema, tuttora attivo, impone un accesso controllato e vieta l’ancoraggio libero, condizioni imprescindibili per il successo del restauro ecologico.Il Comune di Arzachena, custode di un litorale di inestimabile valore ambientale, sottolinea l’importanza di un approccio integrato che coinvolga la comunità scientifica, il settore privato e le istituzioni. Questo progetto rappresenta un modello virtuoso, un esempio di come l’ingegno umano possa coniugarsi con la salvaguardia della natura.Guidato dalla prof.ssa Giulia Ceccherelli dell’Università di Sassari e coordinato da Stefano Acunto dell’Issd, Blue Forest adotta un approccio scientifico all’avanguardia, orientato allo sviluppo di soluzioni replicabili su larga scala. La fase preliminare ha previsto una dettagliata mappatura del fondale, utilizzando tecnologie avanzate come il Side Scan Sonar e i ROV (Remotely Operated Vehicle), integrate da immersioni subacquee, per creare una carta biocenotica ad alta risoluzione dello stato di salute della prateria. Il Geomars, spin-off universitario guidato da Vincenzo Pascucci, ha fornito un contributo essenziale nella raccolta e nell’analisi dei dati.Le prime operazioni di trapianto, condotte su una superficie di 500 mq, hanno visto l’installazione di biostuoie realizzate in fibra di cocco e rete metallica, che offrono un ambiente ideale per la crescita di circa 20 talee di *Posidonia* per metro quadrato. A conclusione del processo di riforestazione, è prevista una fase triennale di monitoraggio scientifico rigoroso, volta a valutare l’efficacia degli interventi e a ottimizzare le metodologie future.Lanciato nel 2023, il progetto di Blue Forest di One Ocean Foundation si è esteso a quattro siti in Liguria, uno in Puglia e questo in Sardegna, dimostrando la sua replicabilità e l’impegno continuo verso la salvaguardia del Mar Mediterraneo, un bene comune da proteggere per le generazioni future. L’iniziativa non è solo un atto di riparazione, ma un investimento nella resilienza dell’ecosistema marino e un faro per un futuro sostenibile.