L’emergenza idrica che ha colpito Milano nella giornata di ieri ha messo a dura prova la resilienza urbana, con un evento di esondazione del Seveso protrattosi per nove ore, a partire dalle prime ore del mattino.
L’intenso fenomeno meteorologico, caratterizzato da precipitazioni eccezionali che hanno registrato volumi tra i 110 e i 210 millimetri a seconda delle diverse aree attraversate dal torrente, ha sommerso i quartieri Niguarda e Isola, rivelando le fragilità infrastrutturali del sistema di gestione delle acque piovane.
Nonostante la resistenza dimostrata dalle vasche di contenimento previste, progettate per mitigare i rischi di esondazione, la portata eccezionale delle acque ha superato la loro capacità di assorbimento, evidenziando l’inadeguatezza di un sistema che, pur presente, non è stato in grado di far fronte a un evento di tale magnitudo.
La prima vasca, situata a Bresso, nell’area esterna di Milano, ha operato efficacemente per circa due ore, immagazzinando una quantità significativa di acqua, pari a 260.000 metri cubi.
Tuttavia, il secondo bacino, attivato per la prima volta, non è riuscito a contenere il deflusso residuo, dando inizio alla fase di allagamento dei quartieri.
L’evento non si è limitato a un semplice allagamento; ha avuto ripercussioni immediate e potenziali a lungo termine sulla vita quotidiana dei cittadini e sulle attività economiche.
La necessità di un intervento urgente e coordinato è stata riconosciuta immediatamente, con l’assessore alla Protezione Civile, Marco Granelli, che ha presieduto una prima riunione operativa per avviare le operazioni di pulizia e ripristino.
Durante la notte, un’imponente macchina operativa, composta da cinquanta mezzi speciali, è entrata in azione per rimuovere l’acqua stagnante e i detriti accumulati.
Le priorità immediate sono state garantire la ripresa del servizio tramviario, ripulire gli accessi alle scuole, liberare l’area del mercato di piazzale Lagosta e ripristinare la transitabilità lungo le arterie vitali come i viali Zara, Suzzani, Sarca e Testi.
Le operazioni di emergenza rappresentano solo la prima fase di un processo complesso e articolato.
È evidente la necessità di un’analisi approfondita delle cause dell’evento, che vada oltre la semplice quantificazione delle precipitazioni.
Si rende indispensabile valutare la funzionalità e l’efficacia complessiva del sistema di gestione delle acque piovane, con particolare attenzione all’integrazione di soluzioni innovative e sostenibili, in grado di adattarsi a scenari meteorologici sempre più estremi.
Una nuova riunione operativa, prevista per il pomeriggio odierno, avrà lo scopo di fare un bilancio dettagliato della situazione e definire le strategie per la fase successiva, che comprenderà la valutazione dei danni, la pianificazione degli interventi di ricostruzione e il rafforzamento della resilienza urbana di fronte a future emergenze idriche.
L’episodio del Seveso rappresenta un campanello d’allarme che impone una riflessione seria e un impegno concreto per la tutela del territorio e la sicurezza dei cittadini.