Il ritorno a Villa Necchi Campiglio segna un capitolo significativo nella storia dell’architettura italiana e nella conservazione del suo patrimonio intellettuale.
Dopo un quarto di secolo di attività dedicata alla sua valorizzazione, la Fondazione Piero Portaluppi cede il proprio archivio al Fondo per l’Ambiente Italiano (Fai), un gesto che sancisce un passaggio di testimone cruciale per la fruizione e la comprensione dell’opera di uno dei protagonisti indiscussi del Razionalismo italiano.
L’archivio, un vero e proprio scrigno di memorie, troverà nuova dimora e respiro negli spazi di Villa Necchi Campiglio, un’opera architettonica emblematica ideata proprio da Portaluppi nel 1932 e donata al Fai nel 2001, un luogo che ha sempre contribuito a diffondere la conoscenza del suo lavoro.
Questo trasferimento non è semplicemente una questione di custodia documentale; si tratta di un atto di riaffermazione del ruolo del Fai come custode del patrimonio culturale italiano e di un’opportunità per il pubblico di entrare in contatto diretto con l’ingegno e la personalità complessa di Portaluppi.
L’archiviazione rappresenta un’occasione unica per decostruire l’immagine, spesso riduttiva, di Portaluppi come mero architetto, svelandone la ricchezza di interessi e talenti.
L’archivio rivela un intellettuale poliedrico: disegnatore ironico, enigmista raffinato, cineasta dilettante, e uomo profondamente legato al suo tempo, testimone e interprete di un’epoca di grandi trasformazioni culturali e sociali.
I documenti, che includono migliaia di disegni, progetti inediti, fotografie d’epoca, appunti personali e corrispondenze, offrono uno sguardo privilegiato sulle relazioni di Portaluppi con le figure chiave del XX secolo.
Il dialogo intellettuale con Futuristi come Filippo Tommaso Marinetti e Fortunato Depero, il confronto con architetti di spicco come Marcello Piacentini e Gio Ponti, e la collaborazione con lo studio BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers) delineano un quadro vivido del suo percorso professionale e delle sue influenze artistiche.
L’allestimento, che aprirà le sue porte al pubblico a maggio 2026, non si limiterà a una mera esposizione di reperti.
Si prevede una riorganizzazione degli spazi del sottotetto di Villa Necchi, curata dall’architetto Piero Castellini Baldissera, nipote di Portaluppi, che consentirà di immergere il visitatore nell’atmosfera creativa dell’architetto.
Verranno esposti anche venti mobili e oggetti d’arredo, testimonianza dell’abilità di Portaluppi nel design e nella progettazione d’interni, elementi che completano il ritratto di un artista a tutto tondo.
L’iniziativa, come sottolinea Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale, trasforma Villa Necchi Campiglio in una vetrina del talento e dell’eredità di Portaluppi, offrendo al mondo un’opera che parla da sé, un monito alla conservazione della memoria e all’importanza di riconoscere la molteplicità dei talenti che hanno contribuito a plasmare l’identità culturale italiana.
La decisione di lasciare un’eredità così preziosa non è solo un atto di generosità, ma un investimento nel futuro della cultura e dell’architettura italiana.




