mercoledì 1 Ottobre 2025
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Baby Gang esce di prigione: domiciliari e percorso riabilitativo.

Dopo un periodo di detenzione iniziato l’11 settembre, il noto trapper Baby Gang, all’anagrafe Zaccaria Mouhib, ha lasciato il carcere per affrontare una fase cruciale del suo percorso riabilitativo.
La decisione, emessa dalla giudice per le indagini preliminari (GIP) Fiammetta Modica del Tribunale di Milano, rappresenta una svolta significativa nel procedimento legale a suo carico, originato dall’accusa di detenzione illegale di un’arma da fuoco.
La GIP, accogliendo l’istanza presentata dall’avvocato Niccolò Vecchioni, ha disposto l’applicazione degli arresti domiciliari, affiancati da un percorso di disintossicazione all’interno di una comunità terapeutica situata nel milanese.
Questa scelta segna una attenuazione delle misure cautelari precedentemente adottate, che avevano giustificato la custodia in carcere.

Il cambiamento riflette una valutazione complessa delle circostanze del caso e una prospettiva orientata alla riabilitazione del giovane artista, figura di spicco nel panorama musicale contemporaneo con un’imponente base di fan – quasi 3 milioni di follower – e collaborazioni di rilievo con esponenti di primo piano della scena rap italiana.

La decisione della GIP non si limita ad una mera revisione delle condizioni di detenzione, ma implica un riconoscimento della potenziale efficacia di un percorso terapeutico mirato.

L’inserimento in una comunità terapeutica suggerisce una comprensione della possibile esistenza di problematiche sottostanti all’accusa contestata, aprendo la strada a un intervento volto a favorire il cambiamento e la reintegrazione sociale.

Si tratta di un approccio che bilancia l’esigenza di garantire la sicurezza pubblica con la possibilità di offrire al giovane una seconda opportunità, affrontando le radici del suo comportamento attraverso un supporto professionale e strutturato.

La comunità terapeutica, in questo contesto, si configura come un ambiente protetto e stimolante, finalizzato a fornire gli strumenti necessari per una crescita personale e un cambiamento duraturo, al di là delle responsabilità legali che ancora lo riguardano.

La vicenda solleva, inoltre, interrogativi più ampi riguardo al ruolo della cultura giovanile, all’influenza della musica e delle celebrità, e alla necessità di interventi di prevenzione e riabilitazione per i giovani coinvolti in dinamiche criminali.

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