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Carcere a Lodi: indagini per violenza sessuale e maltrattamenti

Il procedimento giudiziario in corso presso il tribunale di Lodi, presieduto dal giudice per le indagini preliminari Anna Cerreta, ha assunto una fase cruciale con la convalida del fermo e la conseguente ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un giovane di 25 anni originario del Mali.

L’uomo è indagato per violenza sessuale aggravata e lesioni personali a seguito di un grave episodio verificatosi nella serata del 30 agosto all’uscita della stazione ferroviaria di San Zenone al Lambro, in provincia di Milano.

La decisione del giudice Cerreta, che segue la richiesta del pubblico ministero Martina Parisi, si fonda su una valutazione approfondita del pericolo di fuga e, soprattutto, del rischio concreto di reiterazione dei reati.
Tale valutazione è stata rafforzata dall’emersione di elementi pregressi nel percorso dell’indagato, in particolare una denuncia presentata dalla sua ex compagna per maltrattamenti, fattore che ha contribuito a delineare un quadro di comportamenti potenzialmente riprovevoli e meritevole di una misura cautelare particolarmente rigorosa.
L’ordinanza di custodia cautelare, che rappresenta una misura restrittiva della libertà personale, è un atto giudiziario che il giudice emette quando sussistono gravi indizi di colpevolezza e il pericolo che l’indagato possa sottrarsi alla giustizia o commettere ulteriori reati.
La decisione si colloca all’interno di un sistema processuale che mira a bilanciare l’esigenza di tutelare la vittima e la collettività con il principio della presunzione di innocenza, garantendo all’indagato il diritto a difendersi e a dimostrare la propria innocenza.

Durante l’interrogatorio condotto in ambiente carcerario, l’uomo, assistito dal proprio legale, ha esercitato il diritto costituzionale di astenersi dal rendere dichiarazioni, scelta che non ha inciso sulla decisione del giudice, il quale ha basato il proprio provvedimento sulla valutazione complessiva degli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari.

Il procedimento si prospetta complesso, richiedendo un’accurata disamina delle prove a sostegno dell’accusa e garantendo all’indagato il diritto a una difesa adeguata.

La vicenda pone, inoltre, l’attenzione su temi di rilevanza sociale, quali la sicurezza dei luoghi pubblici e la tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione.

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