La scomparsa di Carmine Gallo, figura complessa e di rilievo nel panorama delle forze dell’ordine, si conclude con una luce chiara gettata dalle indagini medico-legali, che escludono categoricamente qualsiasi coinvolgimento di fattori esterni.
La Procura di Milano, guidata da Marcello Viola e con la PM Giancarla Serafini a capo delle operazioni, ha formulato una richiesta di archiviazione dell’inchiesta, precedentemente aperta a carico di persone sconosciute, in seguito al decesso avvenuto il 9 marzo nella sua abitazione di Garbagnate Milanese.
La causa della morte, come stabilito con inequivocabilità dagli accertamenti, è riconducibile a un evento naturale: un infarto acuto, manifestazione fatale in un contesto preesistente di problematiche di salute, presumibilmente non divulgate in maniera esaustiva.
Questo verdetto pone fine a un’indagine complessa, originata dalla delicatezza della situazione e dalla posizione peculiare dell’ex superpoliziotto.
Gallo, ricordiamo, si trovava agli arresti domiciliari dal 25 ottobre 2024, in relazione all’indagine milanese che coinvolge l’agenzia di investigazione Equalize e accuse di cyber-spionaggio e dossieraggio illegale, concretizzatosi attraverso accessi non autorizzati a sistemi informatici sensibili.
La sua collaborazione con le autorità, attraverso la deposizione di dichiarazioni, aveva reso imprescindibile un’analisi approfondita e multidisciplinare della sua scomparsa.
I primi risultati dell’autopsia, già disponibili il 12 marzo, avevano indicato una morte per cause naturali, ma, in ragione della gravità delle accuse pendenti e della natura collaborativa del defunto, gli inquirenti avevano optato per un’indagine perquisitiva, estesa a tutte le possibili ipotesi, inclusi esami tossicologici e perizie specialistiche.
Questa meticolosità investigativa, sebbene prolungata nel tempo, si è rivelata necessaria per garantire la trasparenza e l’accuratezza delle conclusioni.
L’archiviazione dell’inchiesta, ora formalmente richiesta dalla Procura, suggella la certezza che la morte di Carmine Gallo è da attribuirsi a cause naturali, liberando da qualsiasi sospetto di responsabilità esterna.
Il caso solleva, tuttavia, interrogativi più ampi sulla salute del defunto, sulla sua collaborazione con le autorità e sulle dinamiche complesse che hanno caratterizzato la sua carriera e la sua posizione all’interno delle forze dell’ordine.
Rimane, quindi, un quadro di una figura controversa, la cui scomparsa, seppur naturale, lascia dietro di sé un retrogusto di mistero e di inesplorata complessità.