Nel cuore di Milano, in un contesto di edilizia residenziale pubblica in via Civitavecchia, un’irruzione ha svelato una rete di traffico di stupefacenti di notevole portata. L’intervento della Polizia Locale, prontamente allertata dal proprietario di una cantina oggetto di effrazione, ha portato alla scoperta di quasi due chilogrammi di cocaina di purezza eccezionalmente elevata, stimata in prossimità del 95%. Questa concentrazione, elemento distintivo di merce di elevato livello qualitativo, suggerisce collegamenti con organizzazioni criminali esperte nella gestione del flusso di droga.L’ingente quantità di sostanza sequestrata, potenzialmente frazionabile in migliaia di dosi, avrebbe potuto alimentare un mercato di spaccio di considerevole valore economico, valutato in circa cinquecentomila euro, impattando significativamente sul panorama della criminalità milanese. L’organizzazione criminale dimostrava un’elevata capacità di pianificazione e logistica, come evidenziato dalla presenza di attrezzature specifiche per il confezionamento e la pesatura precisa della droga, elementi essenziali per un’operazione di spaccio efficiente e mirata.L’evento ha innescato un’indagine complessa e articolata, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, un segnale dell’importanza strategica attribuita al caso. Il Gabinetto di Polizia Scientifica della Questura di Milano ha collaborato attivamente, avvalendosi di tecniche avanzate per la raccolta e l’analisi di tracce biologiche. La scrupolosità delle indagini ha permesso di estrarre un profilo del DNA, identificando un uomo di origine berbera, un dettaglio cruciale per ricostruire la catena di appartenenze e collegamenti dell’organizzazione.La comparazione del profilo genetico acquisito con i database della Polizia Locale ha portato a una svolta significativa: un collegamento con un cittadino marocchino di 33 anni, gravato da precedenti penali. L’uomo, a lungo sfuggito alle autorità, è stato rintracciato e arrestato all’aeroporto di Malpensa al suo rientro dal Marocco, grazie a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Milano. Questo arresto rappresenta un passo fondamentale nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, ma pone anche l’attenzione sulla complessità delle indagini in ambito internazionale, dove la collaborazione tra forze di polizia di diversi paesi è essenziale per smantellare le reti criminali transnazionali. L’episodio sottolinea la crescente sofisticazione delle tecniche utilizzate dalle organizzazioni criminali e l’imperativo per le forze dell’ordine di evolvere costantemente le proprie competenze e tecnologie per fronteggiare efficacemente tali sfide.
Cocaina a Milano: Scoperta Rete di Spaccio Internazionale
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